Vizi e virtù tiburtine nel Medioevo  

A finire per la prima volta sulle imbandite tavole dei ricchi signori tiburtini sono pomodori, mais, fagioli, zucca, un nuovo tipo di carne: quella di tacchino e un potente afrodisiaco

Diverse vicende storiche legate al nord est ci portano direttamente nel Medioevo un periodo caratterizzato da torture, povertà, stregoneria, ingiustizie e guerre. Il Medioevo non è stato completamente segnato da una serie di negatività. Castelli come il fortilizio Theodoli a Sambuci, lusso, cibo, straordinarie opere come la tavola del 1300 che raffigura il Salvatore custodita nella chiesa più antica di San Gregorio da Sassola, eccessi, sesso, balli, divertimento, droghe e il cibo proveniente dal Nuovo Mondo. L’oppio è la droga più diffusa del periodo in quesitone, mentre la cintura di castità è un’invenzione del Rinascimento. A finire per la prima volta sulle imbandite tavole dei ricchi signori tiburtini sono pomodori, mais, fagioli, zucca e un nuovo tipo di carne: quella di tacchino. Soprattutto, dopo la scoperta di Cristoforo Colombo, arriva il cacao. La pianta ha origini antichissime e proprio nel Medioevo inizia una straordinaria diffusione in tutto il Vecchio Continente. Molti, ancora oggi, considerano il cacao un potente afrodisiaco. Secondo alcuni studiosi, già gli Aztechi conoscevano le proprietà stimolanti del cioccolato. Infatti, si dice che Montezuma (re degli Aztechi) prima di avere rapporti con le sue tante mogli non dimenticava mai di bere una tazza di cioccolata.

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