Ad aspera astra

A buon intenditor poche parole

È una frase latina con la quale quelli che parlano bene vogliono intendere che solo superando delle asperità si ottengono le cose più alte (gli astri). Dovrebbe essere detta e ripetuta ogni qualvolta si tratta di somministrazione di vaccini. Tutti sanno e tutti vogliono ignorare che i vaccini, come ogni altro farmaco, conservano una percentuale, pur minima e statisticamente residuale, di persone che possono avere effetti collaterali. Questi non fanno la norma e non debbono condizionare l’uso sociale che è di grande aiuto per sollevare l’umanità da mali insostenibili.
Ma noi sappiamo purtroppo che l’informazione vive di eccezioni. Che dà risalto di dato eccezionale non la norma. Quella la viviamo e conosciamo tutti ordinariamente, non abbiamo bisogno di attingerne come nuova conoscenza. Fa notizia un uomo che morde un cane non il cane che morde l’uomo.
Con questa premessa si dovrebbe insistere come un tormentone nel dire che i vaccini hanno sollevato l’umanità da falcidie devastanti. I libri di Storia ne fanno solo accenno ma i fatti che ineriscono grandi spostamenti o cambiamenti di rotta nelle società, come nelle loro economie, sono stati condizionati da grandi epidemie.
La liberazione da queste è arrivata attraverso il vaccino. Il mondo della tecnica ha reso possibile la realizzazione di vaccini contro questa nuova epidemia in circa nove mesi di ricerca. Dato impressionante.
Ora i casi per cui abbiamo attestato tristemente dei decessi non debbono far deflettere da questo convincimento. Anche perché, come ci ha insegnato quel genio dello scozzese David Hume, il fatto che due eventi siano concomitanti non evidenzia nessuna causa efficiente tra l’uno e l’altro. Deve tutt al più essere ricercata una eventuale connessione.
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