Città di Capena “salvo” grazie agli scontri diretti

La grandezza dell’impresa del Capena è tutta racchiusa nei numeri, quelli impossibili da smentire e che non li porta via il vento come alcune chiacchiere. Il lavoro tattico e tecnico svolto da Mister Chiesa e dal suo staff con Luminoso e Shindler in testa è un lavoro fatto di competenza e letture gara che hanno portato una marcia in più rispetto alle avversarie proprio per questo i risultati raggiunti nel girone di andata con 12 punti e il magnifico sesto posto consacrano simbolicamente e non la grande competenza di società e staff nell’affrontare la massima serie al primo anno rispetto alle dirette concorrenti. 

Quinta miglior difesa con 47 gol (meglio di squadre come Statte e Bisceglie vere e proprie corazzate) a sole due lunghezze dalla Lazio (realtà storica della massima serie), le ultime tre in classifica ne hanno subite quasi il doppio. Soltanto uno scontro diretto su sei con le dirette concorrenti (Pelletterie, Granzette e Cagliari) è stato perso (contro il Pelletterie per 3-2 nella gara di Firenze). Nessuna ha fatto meglio, negli altri scontri diretti soltanto un pareggio e ben quattro vittorie con l’allungo decisivo sul Granzette battuto sia all’andata sia al ritorno subendo solo due reti e facendone ben nove. Una salvezza che parla chiaro nei numeri, ma soprattutto che conferma il grande lavoro tecnico e tattico fatto rispetto alle avversarie. Un campionato che alla penultima giornata e quindi alla sua conclusione, ha dimostrato quanto le scelte di Mister Chiesa in fase di costruzione della rosa (insieme al suo vice Emiliano Luminoso) siano state ottime e di come la gestione tecnica durante tutto il campionato abbia fatto raggiungere al primo anno di Serie A del Club delle Leprotte (dopo la promozione diretta da squadra imbattuta della scorsa stagione) un traguardo che vale come uno scudetto per i top team. Soprattutto alla luce degli investimenti fatti (misurati e inferiori alla media delle avversarie) e del tempo ridotto (neanche due stagioni) per la costruzione della struttura societaria: un’ascesa davvero “quasi” incredibile per il successo raggiunto, una realtà che sa “quasi” di miracolo sportivo.

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