Il Fondo Monetario Internazionale ci stima

Si prevede al 4,5% il livello di crescita del nostro paese in fase post-pandemica

‘Potremo nuovamente crescere se ci liberiamo di molta zavorra che si chiama debito pubblico ’. In estremi è questo il giudizio di FMI. Letto così appare come l’incoraggiamento che i professori davano agli studenti neghittosi. “Se si impegna può fare di più”.

Quindi, consolidare la ripresa grazie ai soldi del Recovery Fund ma subito dopo liberarsi della mobilia pesante che crea dipendenza del nostro sistema. Sono in troppi ad avere in pancia i nostri titoli, tanti soggetti che non possiamo urtare come suscettibilità.

In questo andamento sempre troppo contenuto, rispettoso, sussiegoso, l’Italia perde di sovranità. Potrebbe essere anche questo il filo conduttore che spiega la sostanziale remissività del nostro paese nei confronti di Astra Zeneca che ci prende letteralmente per il naso.

In una situazione in cui il paese rimane fortemente esposto non è Super Mario che può fare i miracoli. Non è consolatorio che in fondo la stessa situazione è simile a diversi paesi d’Europa. Questa lezione pandemica ci ha insegnato che la crisi sicuramente arriva da ragioni globali ma le sue soluzioni debbono sempre trovarsi in casa.

Non c’è più lo zio d’America a risolverti i problemi col cospicuo assegno per rafforzare il muro protettivo contro quel che c’è dall’altra parte del Muro. Gli americani pensano prima a risolvere il problema pandemico a casa loro poi saranno in grado di darci più vaccini. La Russia, lo stesso, ha fatto sapere poco del suo Sputnik anche se, pare, sia molto funzionale.

È l’Europa che ha mancato all’appuntamento con quello che doveva essere il suo vaccino. Errori di procedura. Ma quello su cui non si può sbagliare più consiste nella ricerca all’interno di ciascun sistema-paese di trovare forme di emancipazione dai mercati. Se è utopistica l’idea di affrancarsene del tutto deve ricercarsi con rigore la capacità di esprimere la propria sovranità riuscendo a fare a meno dell’ossigeno col quale ci tengono in piedi, malfermi e barcollanti.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.