Allarme giovani: senza sport e senza obiettivi si stanno spegnendo per colpa della pandemia

La psicologa clinica e dello sport Alessia Pasquarelli avverte: i disturbi mentali tra giovani e giovanissimi sono in aumento, si registra un incremento dii sintomi depressivi e ansiosi, atti di autolesionismo, disturbi alimentari e nei casi più gravi ritiro sociale

di Valerio De Benedetti

Lo sport rappresenta da sempre nella crescita di ogni ragazzo o adolescente una palestra di vita. È stato riconosciuto che chi fa sport ha migliori capacità attentive e di concentrazione. Inoltre è più predisposto allo stare con gli altri e gestisce meglio le emozioni, soprattutto la frustrazione. Ma il Covid ha tolto quest’occasione di crescita a tantissimi ragazzi. Niente più partite di calcetto o di basket. Cancellate anche le nuotate in piscina o i pomeriggi in palestra. La chiusura di gran parte dei centri sportivi si è portata via anche le lezioni di danza o di ginnastica ritmica. Un problema per i bambini e adolescenti che spesso non possono fare a meno dello sport. Per loro l’esercizio fisico è un mezzo per stare bene da un punto di vista fisico ma anche mentale. Un aspetto ancor più importante per tanti ragazzi che vivono parte delle giornate di scuola da soli barricati in casa, con l’insegnamento a distanza. Una sedentarietà che oltre a influire su eventuali aumenti di peso ponderale inficia la loro vitalità e creatività rischiando di diventare sempre più apatici. Lo sport ha un ruolo importante sul benessere psicofisico  anche perché li aiuta a essere connessi con il mondo reale, insegna a rispettare l’altro, la disciplina e cos’è il lavoro di squadra. E imparare il gioco di squadra è fondamentale perché crea il senso di appartenenza ad una comunità sia per chi si cimenta in uno sport individuale che di squadra. Infine lo sport migliora senza dubbio lo stare bene con sé stessi e con il proprio corpo, aiutandoci a raggiungere una forma ideale. Il corpo è uno dei punti deboli dei teenager, che a volte non si sentono adeguati con i canoni di bellezza moderni, non accettandosi. La mancanza di sport per i ragazzi, rischia di avere quindi impatti grandissimi, così come ci spiega la dott. ssa Alessia Pasquarelli, 40 anni psicologa clinica e dello sport di Guidonia presso Medisport, studio di medicina per lo sport: “I ragazzi sono quelli che hanno pagato e pagheranno il prezzo più importante di queste restrizioni. A loro è stato chiesto il sacrificio più grande”. Uno psicologo dello sport è abituato a lavorare sia accanto al singolo atleta professionista e non, sia in tandem con gli allenatori e i tecnici aiutandoli a pianificare certi aspetti rispetto alla squadra o all’individuale. In passato Alessia ha collaborato al fianco dell’Asd Volley Team Monterotondo e con il Guidonia Futsal Club attualmente segue gli atleti agonisti del M° Fabio Rinaldi rapprentativa nazionale della FITAE-ITF.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - “Il Mille di Miguel”, Simone Cavallaro vince la corsa delle scuole

Dott.ssa, da un punto di vista psicologico quanto pesa uno stop così lungo su un giovane?

Tantissimo, stiamo registrando un aumento dei disturbi mentali con un incremento dii sintomi depressivi e ansiosi, atti di autolesionismo, disturbi alimentari e nei casi più gravi ritiro sociale.

L’impatto sarà fortissimo. Lo sport esattamente come la scuola è un’agenzia di socialità e di esperienza enorme, è fondamentale per un ragazzo soprattutto nella sua fase di crescita. Lo sport ti aiuta in quell’esplorazione psico-corporea sia che sia praticato per una disciplina individuale, sia per i giochi a squadre. Entrambi ti permettono di sperimentare. Chiusi in una stanza davanti a un computer cosa possono sperimentare i ragazzi? C’è una distorsione di quelli che sono i confini psico-corporei, le proprie risorse.

E invece per quanto riguarda l’aspetto della socialità?

La sfera della socialità ne risentirà tantissimo. Il compito evolutivo di un ragazzo è quello di costruirsi un’identità, e un’identità te la costruisci sperimentando nel mondo. Non c’è metodo migliore dello sport, dove ci sono delle regole, la possibilità di accettare e superare i propri limiti, confrontarti con delle autorità, per svilupparli. Provando sulla propria pelle le sconfitte, il sacrificio, l’impegno, la fatica, gli sportivi sono molto più capaci di tollerare le frustrazioni e le delusioni della quotidianità. E questo si riflette sul carattere di ognuno.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Giuseppe Trepiccione, la città torna protagonista della pallacanestro regionale

Quali saranno quindi le conseguenze quando tutto questo finirà?
Ci sarà un’esasperazione di quelle che sono le difficoltà di ognuno di loro. Un ragazzo introverso dopo il Covid lo sarà ancor di più, così come un individuo ansioso, depresso, ririrato ecc.. Ci sarà una paura diffusa dell’altro, visto come possibile portatore di “qualcosa di minaccioso” , immaginate quanto ciò complicherà le relazioni affettive. Secondo me ci saranno dei ragazzi bloccati a livello relazionale. Pensate che ultimamente il tasso di tentati suicidi fra i giovani è aumentato di parecchio cone indicato dal responsabile del reparto di Neuropsichiatria del Bambino Gesù di Roma. Ci sono tanti ragazzi che stanno vivendo una vita più virtuale che reale, sono quelli che stanno pagando il prezzo più caro di questa pandemia.

Le istituzioni sportive come dovrebbero agire in questo momento?
Sicuramente continuando a sostenerli, anche se gli allenamenti sono fermi , mantenendo un minimo di continuità. Il virtuale può essere anche una risorsa in questo momento. Bisogna far sentire i ragazzi parte di una squadra, di una comunità . Non farli sentire soli, motivandoli e coltivando in loro la speranza che ora non si può fare ma che presto torneranno ad allenarsi.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.