Gli italiani sono minorenni?

IN continuità col precedente presidente del Consiglio Mario Draghi tende più a imbonire che a fare e informare di quanto è stato fatto

Insistiamo nel dire che la comunicazione offerta in conferenza ieri sera probabilmente sarà ricordata come il punto di flesso in caduta per l’attuale presidente del Consiglio. Emblema è stata la boutade sugli psicologi trentacinquenni che si vaccinano, pratica consentita dalle misure che lui stesso ha fatto approvare al governo. Prima di parlare ci si aspettava da lui una piena connessione con tutto il sistema. E invece pare che l’attuale presidente del Consiglio parla a nuora perché suocera intenda. Gli esperti dicono in verità volesse alludere alla categoria degli avvocati e dei magistrati che hanno chiesto le vaccinazioni per la loro categoria professionale, almeno alcune delle loro sigle sindacali. Sia per gli psicologi che per avvocati o magistrati, in fondo, non c’è nulla di male. Espletano un’attività in cui sono posti costantemente in relazione di prossimità fisica con altre persone. Come per gli addetti ai supermercati i livelli di esposizione per loro sono massimi.

Ma senza entrare tanto nei dettagli sulle opportunità nelle questioni di primato vaccinale, Mario Draghi ha ripetuto il solito refrain del premier che cerca di dare la pillola zuccherata. Indorare la realtà come ingrediente per cercare la pace sociale. Qualcuno gli deve aver detto che il suo predecessore si era speso in tal senso creando il gioco dell’attesa serale e delle dirette per tutte le emittenti televisive in modo che nessuno avrebbe potuto sottrarsi al rituale del grande capo in orazione.

Solo che da Mario Draghi ci si aspettava qualcosa di diverso. Ci si aspettava uno che avrebbe preso le redini di un paese a pezzi, assorbito ogni contumelia partitica, guardato fisso gli obiettivi senza demordere prima di averli perseguiti. Questi obiettivi sono lontani dall’essere raggiunti. Il mezzo milione di vaccinati da raggiungere ad aprile non è nemmeno alla metà. Non ha mostrato fermezza verso le grandi multinazionali farmaceutiche. Ha chiamato dittatore Erdogan per poi dire che con questo dittatore dobbiamo trattare e mediare. Gli è stato fatto notare dall’ambasciata turca che quel dittatore è stato eletto, a differenza di lui. Ed anche se il nostro sistema parlamentare prevede una metodica di mediazione per arrivare all’elezione del premier, dovremmo comunque fare i conti che dalle ultime elezioni è stato formato il governo più a destra nella storia del paese di questo secondo dopoguerra, poi il governo più a sinistra. E poi dopo il governo di tutti. E tra i molti c’è anche un certo Mario Draghi.

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