“Il mercato creditizio favorevole sta spingendo all’acquisto soprattutto delle prime case”

Daniele Scatassi è il titolare insieme a due soci di cinque agenzie immobiliari nel territorio del Nord Est

I dati di fine 2020 del settore immobiliare lasciano ben sperare, soprattutto riguardo la prospettiva di un post-pandemia che tutti pensano possa aspettarci prima della fine del 2021. Abbiamo Chiesto a Daniele Scatassi come interpretare questi dati e cosa aspettarsi per il futuro. Trentasette anni, è il titolare insieme ai soci Vincenzo Ceravolo e Fabiana Bellanca di cinque agenzie affiliate al Gruppo Tecnocasa nel Nord-Est. I suoi uffici hanno gestito lo scorso anno circa 1.300 valutazioni immobiliari e 4.500 appuntamenti di vendita.
Sperando che le restrizioni servano per il più breve tempo possibile, come sono andate le compravendite immobiliari nel 2020 e quali sono le prospettive per i mesi futuri?
Come previsto dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, le compravendite immobiliari italiane chiudono il 2020 in diminuzione, ma con un trend positivo negli ultimi due trimestri, a conferma di un mercato che, dopo il primo lockdown, si è rimesso subito in moto. Le transazioni a livello nazionale, nel 2020, sono diminuite del 7,7% rispetto all’anno precedente portandosi a 557.926 (dati Agenzia delle Entrate), recuperando il calo che si era registrato nella prima parte dell’anno in piena pandemia.
I comuni non capoluogo hanno performato meglio in confronto ai capoluoghi e chiudono rispettivamente con una contrazione degli scambi del 5,7% e dell’11,4%. Questo conferma la tendenza che vede un apprezzamento per le realtà più piccole.
Tra le grandi città, quella che ha perso maggiormente in termini di volumi è Milano (-17,6%), a seguire Firenze (-15,2%) e Bologna (-15,1%). Le città che hanno perso meno sono state Bari (-8,8%), Genova (-9,4%) e Roma (-10,0%).
A livello locale, possiamo dire tranquillamente che il mercato immobiliare a retto e è rimasto vivo. Dopo il lockdown e durante tutto questo periodo abbiamo sempre avuto molte richieste. Tante persone stanno lasciando le città per trasferirsi nelle nostre zone.
Il periodo del Covid ha permesso a tutti di analizzare gli aspetti del proprio immobile e nelle nostre zone stanno trovando un ottimo rapporto qualità prezzo.
Il 2021 secondo il nostro Ufficio Studi potrebbe vedere un recupero delle transazioni in tutte le realtà (a livello nazionale tra 570 e 580 mila e prezzi ancora in diminuzione (tra -2% e 0%). Questi ultimi potrebbero recuperare nel 2022. Ma il punto cruciale da cui dipenderanno le sorti del mercato immobiliare sarà la tenuta dell’economia e dei posti di lavoro su cui, al momento, ancora non sono del tutto evidenti gli effetti della pandemia. Le incertezze ci sono ed è difficile fare i conti con l’emergenza sanitaria e le aspettative legate anche all’arrivo del vaccino, ma più volte il mercato immobiliare ci ha sorpreso grazie al desiderio di acquistare casa che sembra invece resistere nonostante tutto.
Quest’anno di lockdown ha fatto deprezzare ulteriormente il valore degli immobili? Quali hanno resistito meglio come zone e tipologie e quali hanno risentito maggiormente della crisi?
Nella nostra zona le tipologie più richieste sono rimaste i 3 locali. Per ora i prezzi non hanno subito grosse diminuzioni. Sicuramente non sono saliti. Per poter vendere bisogna posizionare gli immobili al giusto prezzo di mercato. Per questo stanno aumentando i clienti che ci chiedono di valutare il loro immobile e non allungare così di troppo i tempi di vendita grazie ad una valutazione in base al reale valore di mercato fatta da professionisti che conoscono in maniera approfondita il mercato e le sue dinamiche.
In generale, a livello Italia, la seconda parte del 2020 registra un mercato immobiliare abbastanza stabile, pronto a ripartire ma trattenuto da incertezza e prudenza, conseguenze dell’alternanza dei periodi di lockdown in autunno e nei primi mesi del 2021. Nonostante questo, il mercato creditizio favorevole sta spingendo all’acquisto soprattutto sul segmento della prima casa.
Si confermano difficoltà in tutte quelle località o zone di città in cui, in passato, c’era stata una forte domanda di acquisto di immobili da destinare alla ricettività e in tutte quelle realtà in cui l’economia ed il mercato del lavoro iniziano ad evidenziare segnali di sofferenza che, a detta dei professionisti della nostra rete, non sarebbero ancora del tutto manifesti ed evidenti.
In questi mesi si è detto che stavano cambiando le esigenze delle famiglie. Che lo smartworking poteva invertire il flusso “verso Roma” e che si cercavano case di metratura più ampia, perché è stato riscoperto il piacere e la necessità di vivere le mura domestiche. La tendenza iniziale è stata confermata?
Sono aumentate le persone che da Roma si trasferiscono nelle nostre zone. Le ricerche sono per le metrature ampie perché la casa viene vissuta di più. In molti cercano casa anche in base alle esigenze di smart working. “Una stanza in più” è la frase che ci sentiamo dire più spesso.
In linea con il trend nazionale in cui la ricerca di abitazioni più ampie o con spazi esterni, seppur attenuata rispetto al periodo immediatamente successivo al primo lockdown, continua ad essere presente.
Per chi sta valutando l’acquisto di una casa a uso investimento, quale zona si sente di consigliare?
Le nostre zone hanno tutte delle località di alto interesse per investimento. Si affitta bene e c’è tanta richiesta. Quindi sono ottime per investimento. In molte situazioni si riesce, tramite la locazione, ad ottenere una rendita del 12-13%.
La domanda per investimento, a livello nazionale, appare ancora molto attenta. La casa è considerata comunque un valido impiego del capitale ma ponderare la scelta su cosa e dove acquistare è sempre più determinante.

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