Confindustria

L’Italia in una “incerta risalita”, secondo Confindustria, con il Pil 2021 a + 4,1%

Nel Rapporto di previsione del Centro Studi Confindustria, l’Italia è in una fase di incerta risalita, con il Pil a + 4,1%. Essenziali la campagna vaccinale e i fondi del Recovery Plan

Un’Italia in una “incerta risalita”, con la stima del Pil 2021 al + 4,1%, corretta al ribasso di 0,7 punti percentuali rispetto all’ottobre scorso, a causa del peggioramento della situazione sanitaria a partire da quel periodo, e una previsione per il 2022 di un altro +4,2%. Una risalita che avrà come contributo determinante le risorse europee previste per l’Italia con il Recovery Fund, in grado anche di liberare e rimettere in moto la capacità di investimento delle imprese, con l’estensione delle scadenze dei prestiti ed altre misure per il rafforzamento della struttura finanziaria. Il che ha una certa urgenza davanti pure agli aumenti dei prezzi delle materie prime, in grado di provocare una ulteriore pressione sull’andamento positivo dell’imprenditoria in generale. A segnalarlo nel suo tradizionale Rapporto di previsione è il Centro Studi Confindustria presentato lo scorso 10 aprile.

Sempre ponendo l’attenzione sul successo della campagna vaccinale, indispensabile per riattivare l’economia, gli esperti di Confindustria parlano di dare un nuovo impulso alla formazione delle competenze dei lavoratori italiani, giovani e donne in primis, con un sistema rinnovato e rafforzato di politiche attive, accompagnato da un parallelo schema di ammortizzatori sociali universali. Su questo è stata definita miope la visione sul lavoro del ministro competente Orlando, indirizzato solo a prolungare il blocco dei licenziamenti, intervenendo ben poco a sbloccare invece le politiche attive.

Ritornando ai fondi del Recovery Plan, potrebbero servire alla risalita di Pil ed economia in toto non solo questi, ma pure altre risorse assegnate con la Legge di Bilancio 2021, sottolinea Confindustria, ulteriori somme non ancora finalizzate che si è ipotizzato vengano utilizzate per investimenti pubblici. Usare bene questi fondi è cruciale, per riuscire davvero a mettere presto la testa fuori della voragine in cui siamo caduti. Infatti, secondo una simulazione econometrica del Centro studi dell’associazione imprenditorale, senza il Recovery Fund, il recupero del Pil italiano sarebbe minore dello 0,7% nel 2021 e dello 0,6% nel 2022, rispetto allo scenario base, con circa 120mila occupati in meno nel biennio. Quindi, se non riuscissimo a spendere le risorse Ue, la risalita del Pil si assottiglierebbe a +3,4% nel 2021 e +3,6% nel 2022 e resteremmo molto sotto i valori pre-crisi, con una risalita ancora più difficile.

 

 

 

 

 

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