Franceschini: “Se aprono gli stadi per lo sport, si aprano anche per i concerti”

Per Il Ministro non ci possono essere due pesi e due misure

“Sì, intendo fare tutto il possibile per garantire una riapertura” del mondo dello spettacolo, ha ribadito il ministro della Cultura Dario Franceschini rispondendo al Question time ad una interrogazione presentata da Italia Viva. Il settore, dice, “sta vivendo una sofferenza enorme.

Mi fa piacere però che anche gli attori del Globe Theatre abbiano detto che il tema non è soltanto riaprire subito, ma riaprire in sicurezza”, aggiunge ricordando le richieste al Cts per consentire riaperture con maggiore capienza ed anche eventi.

“In relazione alle notizie di stampa riguardo ad una differenziazione tra la presenza del pubblico negli eventi sportivi e in quelli culturali, il Ministero della Cultura precisa che: sia nell’audizione di lunedì sia nelle proposte inviate ieri al Cts – scrive il ministero della cultura -, il ministro Franceschini ha chiesto che, nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi”.

“La possibile differenziazione di ‘capienze covid’ tra calcio e musica è inaccettabile e su questo punto tutta la filiera legata alla musica live, compresi gli artisti, è pronta a prendere posizioni forti e nette”. E’ quanto affermano in una nota congiunta Roberto De Luca (Live Nation), Ferdinando Salzano (Friends&Partners), Clemente Zard (Vivo Concerti). I tre promoter ribadiscono che “la capienza Covid deve essere calcolata non a numero fisso bensì in relazione ai metri quadrati disponibili per ogni singola venue e possa permettere l’applicazione precisa di tutte le norme del protocollo di sicurezza”.

Un gruppo di lavoratori nel frattempo ha occupato il Globe Theatre a Roma”Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo chiediamo una riforma strutturale del settore -scrivono su Fb – Non vogliamo una riapertura senza sicurezza, che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie. Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione”. Gli occupanti assicurano che “tutto si sta svolgendo nel rispetto delle disposizioni sanitarie” e che si sono sottoposti a tampone.

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