Oggi, Luna al Perigeo

Ore 17,30 – non è solo un effetto ottico quello per cui il satellite appare più vicino a noi

“ Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia “. Era il monito con cui Amleto invitava a soffermare sull’esistente il tema delle riflessioni che dovevano guardare le cose visibili, anche se lontane.

Tra quelle più immediatamente alla portata, sebbene remote per distanza oggettiva, sicuramente la Luna.

Ha commosso poeti dell’antichità assai più del Sole o degli astri proprio perché sebbene la distanza la desse come irraggiungibile, era alla portata: immantinentemente presente. Tanto che è ancora presente il convincimento del suo influsso sulle cose semplicemente presenti del nostro mondo. Ed in alcuni casi pare sia effettivamente così. In tal senso, si insiste nello indicare il suo influsso sulle maree.

Oggi, 27 aprile, la sua visione sarà più vicina alla nostra vista. Alle ore 17,30 avremo il Perigeo per cui, essendoci luce in questa fase stagionale, sarà facilmente visibile e apparentemente più grande.

La qual cosa scatena fantasie non per forza relegabili alla mera immaginazione. Nella nostra età legata alle credenze della tecnica in cui ogni dimensione del vivere può e deve essere misurata numericamente, non ci basta ricordare la distanza tra la Terra e la Luna.

Nemmeno il ricordare che proprio in questa fase la Luna nel suo circuito sulla Terra, che descrive una circonferenza non perfetta, è più vicina. Vederla comunque a distanza ci riporta alla meraviglia delle origini dell’esistenza umana e ci solleva per un po’ dalla presupposizione del mondo della tecnica di averlo come satellite conquistato dal quale fare fotografie sulla Terra.

Era quell’immagine della Terra vista dalla Luna con la quale Martin Heidegger decretò l’estremo atto del disarcionamento dell’umanità al senso della sua origine, del suo essere del mondo, in cui consiste l’estrema sostanza dell’alienazione dei nostri tempi: quella di essere funzionari della tecnica e cioè di un combinato-disposto in cui siamo articolazioni di un saper-altro, di una razionalità superiore.

Quella stessa che ci libera dalle malattie, che ci salva coi vaccini, che ci ripara sempre più dalle insidie dello stato di Natura…

E allora, nell’immaginario, quella Luna che pare avvicinarsi ci dice che non siamo noi a guardare la Luna, come analoga dell’universo, per scoprirne i segreti. Ma piuttosto è Lei che guarda noi. E ci fa ben comprendere la famosa profezia di Nietzsche per cui guardando a lungo l’abisso ci si accorge che in verità è Lui che guarda noi.

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