MARCELLINA - Violentò un’anziana invalida sul treno, senegalese condannato

Ieri la sentenza del Tribunale di Tivoli: 7 anni e due mesi di reclusione per il 29enne africano che ad agosto 2020 abusò di una 68enne in un vagone della Roma - Avezzano. L’immigrato con regolare permesso di soggiorno deve risarcire alla vittima 15 mila euro

Prima conquistò la sua fiducia con una chiacchierata tra vicini di posto, poi la aggredì e la stuprò. Una scena dell’orrore consumata sul treno ai danni di una donna anziana e invalida. Per questo ieri, mercoledì 28 aprile. il Tribunale di Tivoli ha condannato per violenza sessuale aggravata a sette anni e due mesi di reclusione Yoto Kekuta Sow, un 29enne senegalese con regolare permesso di soggiorno.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – Emanuela Maria Francini e Sergio Umbriano a latere – ha riconosciuto la responsabilità dell’immigrato difeso dall’avvocato Elisabetta Rocchetti, condannandolo alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici e al pagamento di una provvisionale di 15 mila euro a favore della vittima, costituita parte civile attraverso l’avvocato Rossella Benedetti.

Lo stupro avvenne verso le 9 di mattina di venerdì 7 agosto 2020 sul vagone di un treno interregionale all’altezza della stazione di Marcellina, nella tratta tra Roma e Avezzano. La donna, italiana, all’epoca 67 anni, invalida civile residente nella Capitale deambulante con l’ausilio di un bastone, fu avvicinata dal senegalese insieme al quale iniziò a scambiare due chiacchiere.

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Ma approfittando dell’assenza di altri passeggeri, Yoto Kekuta Sow la aggredì, scaraventandola a terra e tappandole la bocca con le mani per non farla urlare. Quindi le strappò gli indumenti, procurandole graffi ed ecchimosi per poi costringerla a subire ripetuti atti sessuali. Nel processo è stato accertato che Sow la toccò e la palpeggiò nelle parti intime, dopodiché la penetrò con le dita. Le urla dell’anziana richiamarono l’attenzione del personale delle Ferrovie e a quel punto il violentatore scese dal convoglio e fuggì nelle campagne circostanti lasciando nel vagone il suo bagaglio con gli effetti personali.

Allertati il 118 e il 112, la vittima fu trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli, mentre i carabinieri della locale Compagnia iniziarono una vera e propria caccia all’orco. I militari diretti dal maggiore Marco Beraldo lo rintracciarono tra uliveti, piante da frutto ed orti: Yoto Kekuta Sow fu sorpreso mentre camminava lungo un vialetto e quando gli investigatori lo ammanettarono non avrebbe neanche tentato di giustificarsi.

“La differenza d’età tra l’arrestato e la vittima – commentò subito dopo l’arresto il Procuratore Capo di Tivoli, Francesco Menditto – dimostra ancora una volta un dato di esperienza acquisito dalla Procura negli ultimi anni, attraverso l’analisi dei numerosi casi di violenza sessuale: questo crimine può colpire qualsiasi donna, in qualsiasi contesto ed è mosso esclusivamente dalla mera volontà dell’uomo di esercitare violenza”.

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Per la vittima scattarono le misure previste dal protocollo attivato tra Procura, Asl Roma 5, Forze dell’ordine e Differenza Donna Centro antiviolenza: in pronto soccorso l’anziana invalida, sotto choc, fu medicata e suturata dal personale, quindi dimessa con una prognosi di 5 giorni.

“Ancora una volta – aggiunse il Procuratore Menditto – le forze dell’ordine del circondario di Tivoli, specializzate e formate dalla Procura con specifici corsi per l’efficace e tempestivo contrasto alla violenza contro le donne, hanno assicurato alla giustizia l’autore del reato e tutelato immediatamente la vittima sulla base delle indicazioni della Procura. La rete dell’assistenza, con il personale presso il pronto soccorso dell’ospedale tiburtino e le assistenti del centro antiviolenza istituito dal comune di Tivoli, hanno aiutato la poveretta in quel momento”.

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