GUIDONIA - Il Comune non paga i fornitori, ma spende 12 mila euro in più

Nonostante i decreti ingiuntivi e le sentenze, l’amministrazione non liquida ditte e professionisti. Il Tar nomina i Commissari ad acta e le parcelle sono a carico delle casse pubbliche

Hanno ricevuto un incarico, hanno svolto il lavoro, ma quando è giunto il momento di incassare sono dovuti ricorrere alle vie giudiziarie.

Una trafila nota a tante ditte e professionisti affidatari di appalti e consulenze da parte del Comune di Guidonia Montecelio. Un Comune che non paga, nonostante i Decreti ingiuntivi e le sentenze di condanna. Motivo per cui i fornitori – ma anche i semplici cittadini – si sono appellati al Tar che a sua volta ha nominato dei Commissari ad acta per la liquidazione dei compensi.

Oggi, mercoledì 12 maggio, è la volta dei Commissari ad acta di incassare dall’amministrazione Barbet le parcelle per il lavoro svolto, circa 12 mila euro in più rispetto alle somme spettanti a ditte e professionisti in attesa da anni.

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E’ in sintesi il contenuto di due determine firmate lunedì 10 maggio dal dirigente all’Ambiente Egidio Santamaria in cui si dispone la liquidazione immediata dei dipendenti statali incaricati dal Tar per evitare l’incremento delle somme per interessi.

Il primo atto è la determina numero 99 con la quale vengono impegnati 3.280 euro a favore di Antonio Guarino, 61enne funzionario del Ministero dell’Interno incaricato dal Tar per l’esecuzione di quattro sentenze in cui il Comune era risultato soccombente.

Una sentenza del 2016 favorevole a Luigi Azzariti, due del 2019 favorevoli rispettivamente alla Società Laziale Scavi e all’architetto Aldo Cappelletti progettista del cimitero, una del 2020 anch’essa favorevole a Cappelletti.

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Il secondo atto è la determina 103 con la quale il dirigente Santamaria impegna 8.423 euro a favore della 56enne funzionaria del Ministero dell’Interno incaricata dal Tar per l’esecuzione di altre sei sentenze in cui il Comune era risultato soccombente.

Una sentenza risalente al 2015 favorevole a Gioconda Tani, una del 2016 favorevole all’architetto Aldo Cappelletti, una del 2017 favorevole ad Antonietta De Arcangelis, un’altra del 2019 favorevole all’ingegner Roberto Cocco e una sempre del 2019 favorevole alla “Dr Costruzioni” e una sesta sentenza in cui il Comune era uscito soccombente dall’ennesimo contenzioso con Aldo Cappelletti.

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