Il “giallo” dell’attentato al Papa

Il 13 maggio, Giovanni Paolo II, cade ferito nella “papamobile” colpito dal killer turco Alì Agca.

È il 13 maggio 1981 e sono le ore 17.17, quando un proiettile colpisce Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro davanti a migliaia di fedeli. Il Papa cade ferito nella “papamobile”, tra le braccia del segretario personale don Stanislao Dziwisz  colpito dal killer turco Alì Agca. Dopo l’intervento in ospedale e il ricovero, il Papa perdona il suo attentatore e ringrazia la Madonna di Fatima per aver “deviato” il proiettile. Proprio in quel lontano periodo fioriscono le piste, che potrebbero portare a risolvere il “giallo” di uno dei più grandi misteri italiani. La pista russo-bulgara viene ipotizzata pochi giorni dopo dalla rivista “Reader’s Digest” che pubblica un articolo nel quale la giornalista Claire Sterling indica i servizi segreti bulgari quali mandanti di Alì Ağca. Oral Celik, esponente di rilievo dei “Lupi grigi” indicato da Ağca come secondo attentatore, interrogato dal giudice Priore, afferma che i mandanti dell’attentato erano due cardinali che avrebbero aperto un conto corrente presso lo IOR per versare il pagamento ad Ağca. Lo stesso attentatore, nel 2013, indica una nuova pista: il mandante “morale” dell’attentato sarebbe stato l’ayatollah Khomeini, scrive il killer. Ovviamente, non manca la mafia con le dichiarazioni del pentito Vincenzo Calcara convinto dell’intreccio fra alcuni servizi bulgari e Cosa Nostra.

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