Il Pastore del Caucaso, una storica razza di cane da lavoro, a guardia della vostra sicurezza

Bisogna conoscere bene questa razza prima di adottarla. Noi allevatori, invece, dobbiamo comprendere subito chi vuole adottarli.”

di Lucrezia Roviello

Il Pastore del Caucaso è una razza di cane da guardia ai quali si avvicinano principalmente persone che hanno necessità di un vero cane da guardia. Marino Pasqualini, di 39 anni, gestisce un allevamento dei pastori del Caucaso “Dei Titani” nella zona di San Pastore (vicino Tivoli). Il pastore del Caucaso è una delle ultime razze del panorama cinofilo mondiale che svolge il proprio lavoro in modo molto serio: “Questi cani
sono estremamente territoriali, ci spiega Marino, “selezionati e allevati per secoli per lavorare in totale autonomia, per cui non temono gerarchicamente l’uomo”. Sono in molti che, sui social, pensano di essere informati, ma per adottare questa razza bisogna saper con che tipologia di animale si entra in contatto: “ci sono stati casi in cui, personalmente, mi sono ritrovato a sconsigliarla”. Quella dei pastori del Caucaso è una razza con una storia millenaria, una stirpe canina che deriva direttamente dagli antichi molossi dell’Epiro e dei Pastori Asiatica. Marino, appassionato da sempre a questa razza, ci rivela che “questa tipologia di cane da lavoro e con caratteristiche primitive non deve essere troppo umanizzato”. Nella piacevole chiacchierata che abbiamo scambiato con lui, Marino ci ha raccontato della passione cinefila che gli ha trasmesso il padre e di come quando, una volta sposato, lui e sua moglie abbiamo portato nella nuova casa due esemplari, un
maschio e una femmina, e di come, da lì è riuscito a portare avanti una “tradizione familiare”.

Quali sono le caratteristiche dei Pastori del Caucaso?
Chi si rivolge a razze di cani così particolari con un carattere e personalità forti deve sapere che sta facendo un investimento e avere come ritorno una garanzia riguardo il fatto che il cane svolta il lavoro per il quale è stato scelto. La scelta deve essere ben ponderata, quando si seleziona una razza e, in questo caso, deve essere doppiamente ponderata, perché questo cane potrebbe essere un’arma a doppio taglio per via della sua indole molto forte, diffidente e aggressiva nei confronti degli estranei.

 

Quindi questo non è proprio quello che si direbbe un “cane da compagnia”…

No. Poi, per carità, è un cane che si attacca molto alle figure femminili, ai bambini. È un cane pericoloso, però. Non è un cane giocoso o “compagnone”, a volte sembra un po’ ombroso… Alla fine sembra una cosa difficile e tanti non sono preparati. Per carità, si può avere difficoltà anche con un Pinscher, però il cane piccolo lo puoi educare con poco, per il cane grande la cosa diventa più difficile…

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Bisogna informarsi bene, quindi, prima di decidere di adottare un cucciolo di questo razza?

Molti pensano che aprendo internet e leggendo al volo due cose si sono fatti una cultura e hanno acquisito la conoscenza su tutto. No, non è così: capisco subito, con due parole, chi sta dall’altra parte del telefono e si rivolge a me. So bene quanto può essere pericoloso un cane così e tendo a scegliere le persone a cui andranno i nostri cuccioli. Da piccolini sono molto belli e cucciolosi, ma quando poi ti ritrovi un cane adulto, con una personalità più forte della tua, lì si possono creare dei problemi. Fortunatamente ho sempre avuto a che fare con persone che la pensano come me, ma spesso si sono presentati “personaggi particolari” a chiedere di poter avere un cucciolo.

 

Quanti cuccioli nascono all’anno?

Mediamente c’è una cucciolata ogni anno/anno e mezzo e nascono sette o otto cani. Preferisco affidare un cucciolo ad una persona che conosco, che vuole adottare un esemplare e che sa a cosa va incontro. Noi ci interessiamo, poi, a mantenere i rapporti con i nuovi padroni per aiutarli, consigliarli e comprendere come vanno avanti le nostre generazioni di cani.

 

Quanto spazio richiede questa razza?
Noi abbiamo un rustico di campagna, non è grandissimo. Il cane non è distruttivo o iperattivo: è abbastanza mansueto e placido da questo punto di vista. Poi se arriva qualche estraneo o malintenzionato, allora il cane fa il lavoro suo da guardia. Non è un cane che richiede moltissimi spazi. In situazioni molto ampie, ovviamente, dà il meglio di sé: noi da anni li vendiamo a chi ha allevamenti d’animali o bestiame, perché è un deterrente ottimo agli animali selvatici. È un ottimo cane contro i lupi, riesce a star separato dal padrone, ma è sempre attaccato al bestiame.

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Perciò difende il proprio territorio e i membri di quella che lui riconosce come
“famiglia”?
Esattamente, per questo cane il territorio può essere circoscritto al giardino della villetta e a tutto ciò che sta all’interno di quella zona, compresi persone, bambini, altri animali domestici, auto…. Ma per lui è territorio anche ciò che si presenta in circostanze molto più ampie e non delineate, come il pascolo in altura.

 

In quali zone avete dato i vostri cuccioli?
Le ultime cucciolate le abbiamo date soprattutto in zone del Nord Italia e all’estero, in Europa. Dell’ultima cucciolata ne abbiamo dati quattro ad un grande allevamento di vacche sul Gran Sasso; lì gli animali stanno in stato semibrado e quindi non hanno un territorio recintato.

 

Il Pastore del Caucaso, in quel caso riesce a far territorio?
Sì, certamente. Lì il cane fa territorio in spazi così aperti perché il suo territorio sono le vacche. Per cui se ci si avvicina troppo alle vacche, il cane ti salta addosso a prescindere dal fatto che tu sia una persona, o un animale selvatico.

 

Quali cure richiede?

Potrebbe sembrare impossibile la gestione di questo cane, ma chi ha avuto un minimo con cani da lavoro non trova grosse difficoltà. Tutto sta nell’avere una considerazione e concezione giusta del cane. Tanti tendono ad umanizzarli troppo ma, per come la vedo io, l’animale deve essere animale: molte cose non gli andrebbero fatte fare, il cane, essendo un animale sociale, ha una concezione di “branco” e riconosce il leader che può essere il più anziano o il capofamiglia, così come i sottoposti.

Il cane ha una funzione “primitiva” per cui l’uomo si è avvicinato primordialmente al lupo; ovvero caccia e guardia?
Esatto. Questo cane è stato scelto storicamente dall’uomo perché nelle zone in cui viveva in origine c’era molta pastorizia e allevamento. Essendo quelli dei Paesi molto poveri e campando grazie ad un gregge di 200, 300, 1000 capi di bestiame un cane come il Pastore del Caucaso è un investimento.

 

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