110%

Superbonus 110%: voglia di semplificazioni

Dare il massimo dell’efficienza energetica alla propria casa gratuitamente è il bello del superbonus 110% ma non è tutto così semplice: luci e ombre del provvedimento sul prossimo numero di Tiburno

Il superbonus 110% è una misura di incentivazione introdotta dal decreto-legge “Rilancio” del 19 maggio 2020 per rendere più efficienti e sicure le nostre abitazioni, il tutto a costo zero. Dunque la voglia di 110% ha determinato molto fermento. Ma fin da subito il meccanismo di accesso si è mostrato farraginoso e complicato, soprattutto perché le abitazioni coinvolte devono avere la piena conformità edilizia: spesso non è così in un paese, il nostro, in cui l’abuso edilizio è diventato quasi una filosofia, talvolta non grave, d’accordo (anche una tettoia o una veranda sul terrazzo possono essere un impedimento), ma tanto basta per rimandare il 110% al mittente. Ce ne parlano con preoccupazione alcuni imprenditori e qualche professionista del nostro territorio, nel numero di Tiburno in edicola dal 1° giugno:  sottolineano in coro le difficoltà che rendono il provvedimento una occasione storica per riqualificare le abitazioni ma che troppo spesso si scontrano con la realtà quotidiana. L’obiettivo di procedure più snelle e accesso facile al 110% è stato recepito dall’ultimo decreto semplificazioni approvato a fine maggio dal Consiglio dei ministri. Tanto per iniziare, non sarà più necessaria la verifica di doppia conformità, ma basterà la Cila, cioè la comunicazione di inizio lavori asseverata, come per gli altri bonus edilizi. Il che farà risparmiare risorse e tempi. Esclusi però dal 110% alberghi e pensioni, con grossa preoccupazione del comparto dell’ospitalità, pesantemente colpito dalla pandemia e che vedeva nel superbonus una possibilità  di rilancio. Intanto però i numeri dell’incentivo non sono eclatanti: secondo Enea e Ministero dello sviluppo economico, al 28 aprile 2021, gli interventi legati al superbonus risultano quasi 13mila, mentre nel Lazio si fermano a quota 1.212 per un valore di 149 milioni di euro. All’appello del 110% rispondono però soprattutto villette e case indipendenti, molto di meno condomini, anche quelli delle case popolari. E c’è chi ventila all’orizzonte una nuova disparità sociale, tra chi può accedere al superbonus e ha già la sua casa con ogni comfort anche energetici, e chi non può farlo perché comunque la prima parte del provvedimento, la documentazione per verificare se tutto è a posto e si può procedere, è a carico dei proprietari. E non tutti, tanto più in tempo di pandemia, davanti a cali di reddito cospicui, hanno le risorse per sostenere le procedure.

 

 

 

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