Tivoli. La furente passione fra il Vate e la Contessa Leoni

A Villa D’Este D’Annunzio dedica una poesia alla sua amata 

L’ultimo manifesto tiburtino “firmato” da Tertulliano Bonamoneta, storico locale, è dedicato alla travolgente storia d’amore fra Gabriele D’Annunzio e Barbara Leoni. A Villa D’Este alla sua amata l’artista dedica una poesia colma di passione ad una donna che lo accompagnerà per ben cinque anni, un record per il patriota italiano simbolo del decadentismo.      

La love story travolge totalmente il poeta e la trasteverina, oggetto delle mille lettere dello scrittore. Barbara Leoni era una donna dotata di intelligenza, grazia e bellezza e l’incontro fra i due si concretizza nel 1887 ad un concerto, in via Margutta a Roma. D’Annunzio in quel periodo aveva moglie, due figli e un terzo in arrivo, Barbara, il cui vero nome era Elvira Natalia Fraternali, era già una donna delusa del matrimonio. Nel 1884 aveva sposato il conte Ercole Leoni, ma l’unione era fallita ben presto e Barbara era tornata a vivere in famiglia. Grazie a questo amore D’Annunzio, inizia una nuova fase della vita sia sul piano sentimentale che su quello artistico. Il servizio di leva, il tentato suicidio della moglie e la separazione definitiva rallentano i loro momenti di passione,  ma aumentano gli istinti alla dissipazione del Vate. Anche Elvira viene coinvolta, firma cambiali e il suo rifiuto a restituire le lettere d’amore al poeta, che voleva trasformale in un’opera letteraria, non avendo ancora portato a termine “Il Trionfo della Morte”, pone termine ad ogni loro incontro. Barbara l’amerà ancora, ma sarà confortata da Emile Fuchs, pittore e fotografo che muore suicida.

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