Vaccinazione eterologa, la sfida del Lazio

AstraZeneca anche agli under 60

Consenso informato e libertà di scelta

Il Lazio dice “nì” all’obbligo della vaccinazione eterologa, cioè Pfizer o Moderna agli under 60 che abbiano ricevuto AstraZeneca come prima dose.

Il divieto perentorio deciso dal governo di proseguire con il preparato anglo svedese, negli hub della nostra regione diventa scelta discrezionale di medico e vaccinando.

L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha già predisposto un nuovo “consenso informato” per venire incontro alla fascia di età 50/59 anni che rifiuta il mix di vaccini. La platea equivale ad un 10% delle persone ancora in attesa del richiamo.

L’alternativa, sostiene D’Amato sarebbe quella di «lasciarle nel limbo dell’unica dose, poco protettiva in particolare con la variante Delta, senza nemmeno poter accedere al pass vaccinale». Per questo, dice l’assessore, il modo per risolvere il problema esiste ed è quello di dare la possibilità di scelta al cittadino, lasciando sempre al medico l’ultima parola.

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Il Lazio, in sostanza, cerca di far valere il “diritto di scelta consapevole” anche sul richiamo.

Il nodo della questione è che la nostra Regione, fino alla fine del mese, non riceverà nuove dosi Pfizer.

Bisogna stringere la cinghia, tenere duro, tanto che l’avvio delle vaccinazioni dai pediatri è stato posticipato. Per ora, l’unica certezza è il senso di spaesamento di chi è prossimo al richiamo targato Oxford. “Ma c’è una nuova indicazione? Posso scegliere AstraZeneca lo stesso?”, chiedono negli hub di Termini e Fiumicino migliaia di insegnanti e di agenti delle forze dell’ordine che a marzo avevano ricevuto la prima dose del preparato anglo svedese. I medici alzano le braccia.

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