“Guidava la moto da quando era bambino, era uno esperto per cui non ha perso il controllo senza un motivo. Qualcosa è successo e vogliamo saperlo”.
Angelo Petroni è il fratello maggiore di Alessandro Petroni, il 45enne dipendente comunale di Guidonia Montecelio morto ieri mattina, domenica 18 ottobre, in un tragico incidente stradale al chilometro 17,800 della via Tiburtina su un tratto rettilineo compreso tra il Centro Agroalimentare Romano di Setteville e l’area industriale Pip Tavernelle.
E’ stato Angelo nella stessa serata ad effettuare il riconoscimento presso l’Istituto di Medicina Legale dell’università di Tor Vergata, dove la salma dell’operaio deceduto è stata trasferita per essere sottoposta all’autopsia. Ed è stato sempre Angelo lunedì mattina a recarsi sul luogo della tragedia insieme ad amici, familiari e parenti per ispezionare ogni centimetro di quel tratto di Tiburtina di competenza dell’Anas dove la Polizia Stradale ha effettuato i rilievi senza però trovare testimoni.
“Il luogo dell’incidente è pieno di buche – attacca il 49enne fratello maggiore della vittima – e la Tiburtina è a una carreggiata ristretta dai new jersey. Non mi basta sentirmi dire che Alessandro ha perso il controllo, voglio sapere perché ha perso il controllo su un rettilineo. E’ stata fatale l’ultima buca particolarmente profonda? Oppure mio fratello ha frenato perché un’auto che lo precedeva ha effettuato una manovra azzardata per evitare il dissesto stradale? E la Opel che l’ha travolto viaggiava a 30 all’ora come impone il limite di velocità in quel tratto? Di ipotesi ne posso fare mille, ma non mi bastano. Chi ha visto parli”.
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