Il sindaco deciso a ricostruire la sua maggioranza, tratta con Alleanza

ha alcuna intenzione di tornarsene a casa.
Inizia così da subito incontri e riunioni fiume per recuperare la maggioranza e continuare il suo mandato a palazzo San Bernardino. Una poltrona ballerina fin dai primi giorni del suo mandato, che gli è già costata parecchi sacrifici e umiliazioni.
“Tutto si ricomporrà” profetizza Massimo Messale ex Pdl, ex presidente del consiglio ora nel gruppo misto. “Il sindaco accetterà tutte le condizioni poste da Alleanza per Tivoli perché il suo obiettivo è uno solo: restare sindaco.
E per questo è disposto a passare sopra a tutto. Solo una candidatura sicura alla camera o al senato avrebbe potuto smuoverlo ma non c’è stata. Alla fine anche i consiglieri Pdl che gli sono rimasti fedeli e quelli delle liste che l’hanno sostenuto raggiungeranno un accordo.
A nessuno piace andare a casa in una situazione politica così incerta, a livello locale e nazionale”.
Afferma Messale, il consigliere comunale più coerente visto che dalle dimissioni da presidente nel 2011 e la presa di distanza dal Pdl, non ha più votato alcuna delibera. “Certo se dopo le elezioni del 24 febbraio, si dovessero verificare nuove alleanze a livello nazionale come l’alleanza di Monti con il Pd e parte del Pdl ad esempio, con la nascita di un nuovo gruppo parlamentare nel centrodestra, allora si potrebbero avere conseguenze anche a livello locale, ma si tratta di ipotesi remote e forse fuori dai tempi utili per andare alle elezioni a maggio insieme al comune di Roma”. Conclude Massimo Messale.
Una cosa è certa, il sindaco non è mai stato così presente: notti insonni trascorse fra una riunione e l’altra fra Pdl e Alleanza per Tivoli nel tentativo di riportarsi a casa una maggioranza.
Per la verità movimenti all’interno del Centrodestra sulla base dei nuovi assetti nazionali ce ne sono, ma sembrano ininfluenti rispetto la soluzione della crisi comunale. Pagliaro e Innocenzi entrambi Pdl sono passati con ‘Fratelli d’Italia’ e in Regione sostengono uno dei candidati della nuova formazione,  ma a Tivoli restano fedeli a Gallotti.
Così Di Biagio e Lombardozzi escono da Alleanza per passare con la lista civica per Monti, ma a livello locale mantengono il programma sottoscritto in cinque punti da Alleanza per Tivoli.
“La città ha bisogno di essere amministrata, per questo noi di Alleanza per Tivoli, abbiamo sollecitato il sindaco ad agire secondo un’agenda di 36 punti, chiedendone le dimissioni se non l’avesse fatto. Si tratta di punti importanti, di ciò che avrebbe dovuto fare e non ha fatto, dall’inizio del suo mandato. Per questo oggi stiamo cercando di ricucire, di rimettere insieme una maggioranza che governi Tivoli”. Bernardino Di Biagio è fiducioso che si arrivi a mercoledì 13, giorno di convocazione del consiglio comunale con una nuova e più solida maggioranza.  “Essenziale, afferma Di Biagio, che risolva finalmente le questioni relative alle aziende municipalizzate e in primo luogo la questione del presidente di Acque Albule Spa. Ci chiediamo come è potuto accadere che si nomini qualcuno, nello specifico questo dott Leonida Nicolai che poi non accetta.
Che figura ci facciamo? Quale affidabilità può darci questo sindaco? O non ha agito seriamente oppure non vuole cambiare il presidente per ragioni a noi recondite. La Acque Albule nasconde qualche segreto? Non credo.
Ma a due passi dalla privatizzazione dobbiamo vederci chiaro”. Sottolinea Bernardino Di Biagio. “Altra questione è il cambio al vertice di Asa srl. Anche qui c’è ancora Massimo Cofini. E Asa Spa non può essere svenduta come qualcuno vorrebbe, ma risanata salvaguardansi l’occupazione”. Infine Di Biagio ricorda che  “Avviare piani urbanistici è essenziale per recuperare soldi in bilancio”
In particolare a dare fastidio ad Alleanza per Tivoli, è l’atteggiamento del sindaco Gallotti che ad esempio per quanto riguarda il presidente di Acque Albule Spa si giustifica dicendo che è stato sfortunato, che Nicolai gli aveva dato la propria disponibilità, e non è responsabilità del sindaco se poi vi ha rinunciato. Insomma Alleanza chiede al sindaco di risolvere le questioni aperte.
Di andare fino in fondo e se non ce la fa, di dare mandato ad altri. Quindi cambi immediati ai vertici delle municipalizzate e nuovi incarichi in giunta.
Dall’opposizione il messaggio è chiaro. “”Rassegnando le dimissioni da sindaco, afferma Alessandro Fontana segretario Pd e consigliere comunale,  Sandro Gallotti ha certificato il fallimento della sua Amministrazione e della maggioranza di centrodestra che lo sosteneva. Una coalizione nata con l’unico scopo di impederire la vittoria del centrosinistra, occupare posti di potere e priva di un progetto di sviluppo della città di Tivoli”.
 Afferma Fontana. “Alla prova dei fatti,  è subito emersa la debolezza politica e istituzionale del centrodestra tiburtino, l’assenza di una visione strategica per la crescita economica e sociale della nostra città.  
Le dimissioni di Gallotti, che ha sempre chiuso gli occhi di fronte al fallimento palese del suo governo e primo responsabile del decadimento della nostra città, arrivano fuori tempo massimo”. E quindi l’appello apparso anche sui manifesti affissi in città. “Si rischia di consegnare il governo del comune di Tivoli nelle mani di un commissario prefettizio che rimarrebbe in carica fino alla primavera del 2014.
Bisogna consentire ai tiburtini di poter eleggere una nuova amministrazione comunale a maggio prossimo. Per questo il PD di Tivoli rivolge un appello a tutti i consiglieri comunali a sottoscrivere subito il nostro documento di scioglimento del consiglio”.
Ma nel pomeriggio di lunedì 11 febbraio, i dissensi sembrano ricomposti e l’accordo sembra ormai vicino. Un segnale è stato da parte del sindaco, quello di respingere le dimissioni dell’assessore Valeri.  E sembra che già un accordo ci sia l’accordo per un nuovo assessorato ad Alleanza per Tivoli.

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