Melissa: “Il mio futuro di biologa ricercatrice nel Paese delle apparenze”

Melissa Mancini, 26 anni, è laureata in biologia all’università La Sapienza e oggi frequenta il secondo anno del dottorato di ricerca in biotecnologie mediche e medicina traslazionale a Tor Vergata dove sta studiando cure per malattie del sangue, come leucemie e linfomi.
Melissa si definisce una ragazza riservata, semplice e molto sensibile. Ha un rapporto speciale con suo fratello più piccolo, Alessandro (con lei in foto), intervistato da Tiburno per essersi classificato quest’anno tra i 15 ragazzi più belli d’Italia.    
Amante del benessere e della cura del corpo, ha praticato per molti anni nuoto e ultimamente ha scoperto la passione per la kick boxing.

 

Quante volte vi sarà capitato di avere avuto pregiudizi sull’intelligenza di una ragazza solo perché molto bella?! Ne sa qualcosa Melissa Mancini, 26enne di Villalba, lunghi capelli biondi, occhi chiari e una silhouette  che di certo non passa inosservata, ma che, doti fisiche a parte, sta dimostrando di avere grandi potenzialità nel campo medico in cui ha scelto di specializzarsi. Laureata in biologia alla Sapienza, un anno fa ha vinto il concorso pubblico per l’accesso al dottorato di ricerca in biotecnologie mediche e medicina traslazionale all’università di Tor Vergata, dove studia cure per patologie ematiche. Appassionata da sempre di scienza e chimica, amante dello studio, ma quanto basta, Melissa ha capito che il suo futuro era la biologia durante il liceo e oggi si impegna nella ricerca sognando una carriera come medico strutturato in qualche ospedale della capitale.
Un lavoro, quello del ricercatore, che lei stessa definisce molto duro e faticoso, soprattutto per le condizioni sociali in cui oggi versa la professione.

 

Melissa, purtroppo in Italia i ricercatori hanno un ruolo marginale e molto spesso sono costretti a vivere nell’ombra..
“L’Italia purtroppo è il Paese delle apparenze. Nel momento del bisogno si cerca l’innovazione e le nuove tecnologie, ma poi non si investe per progetti a lungo termine. La ricerca non produce risultati immediati, è un impegno che richiede pazienza, dedizione, tenacia e soprattutto convinzione, cosa che manca nel nostro paese. E mi domando che futuro possa avere una nazione senza la ricerca”.

 

Parlando proprio di futuro lavorativo, il tuo lo vedi in Italia o all’estero?
“Mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero, in Germania o in America, ma per non più di sei mesi perché vorrei vivere la mia vita in Italia. Credo che per essere felici non conti solo la carriera, ma soprattutto la vita privata. Una decisione del genere cambia tutti gli equilibri e le abitudini, inevitabilmente devi valutare cosa lasci e cosa porti con te. E qui ho troppi affetti a cui sono legata, senza i quali non credo che riuscirei a stare”.

 

Ottobre è stato il mese della prevenzione, come vede un tema così importante un giovane medico e ricercatore come te?
“Ritengo che la prevenzione sia molto importante per evitare l’insorgere di molte malattie gravi, ma anche per la diagnosi precoce. Però è molto costosa e nella condizione economica in cui versa il nostro paese non si può pretendere che la gente paghi fior di soldi per esami preventivi. Credo piuttosto che il sistema sanitario debba prevedere degli incentivi fiscali per promuovere questa prassi medica”.

 

Come puoi definire il tuo percorso universitario?
“Lungo e difficile. Il primo anno della laurea triennale è stato quello più complicato perché dovevo imparare ad organizzare il mio tempo tra le lezioni da seguire e le ore da dedicare allo studio, ma soprattutto a gestire l’ansia da esame. Anche se nella vita le prove da superare non finiscono mai e quindi l’agitazione c’è sempre. Posso dire però di essere soddisfatta di tutto ciò che ho fatto fino ad oggi e che non c’è stato mai un momento in cui ho pensato di aver scelto una strada sbagliata”.

 

Parliamo di bellezza,  come vivi  il rapporto con il tuo aspetto fisico?
“Oggi molto bene perché mi guardo allo specchio e mi piaccio. A 10 anni, invece, mi sentivo a disagio con le altre bambine perché ero molto più alta di loro e sembravo già una ragazza nel pieno dello sviluppo fisico. Mi piace curarmi e fare sport, ma senza farmene una malattia”.

 

Madre natura è stata molto generosa anche con tuo fratello Alessandro che, infatti, quest’anno si è classificato   tra i 15 ragazzi più belli d’Italia. Che rapporto hai con lui?
“Direi ottimo, è la persona più importante della mia vita. Anche se non viviamo più insieme, ci sentiamo tutti i giorni, viene spesso a trovarmi a casa e ogni tanto usciamo con amici in comune. Sono molto protettiva nei suoi confronti e ammetto forse di viziarlo un po’ troppo”. 

 

Anche a te è stata offerta l’opportunità di sfilare, perché hai detto no?
“Sfilare non fa per me e l’ho capito un anno fa quando ho avuto la mia prima esperienza come modella per un’azienda romana che produce T-shirt. Mi sono sentita fuori luogo e a disagio, sia per il mio carattere riservato che per l’età visto che le altre ragazze erano tutte poco più che 18enni. Poi nella mia vita non ho tempo materiale da dedicare a queste cose perché passo tutte le mie giornate in laboratorio. Ho fatto una scelta e ho pensato che era meglio puntare sul mio bagaglio culturale piuttosto che su un qualcosa di effimero e che non dura per sempre”.

 

Progetti per il futuro?
“Il sogno nel cassetto sarebbe quello di aprire un laboratorio analisi tutto mio, ma non credo sarà una cosa realizzabile a breve termine. Per il momento voglio concentrarmi sulla ricerca di un lavoro stabile, anche se per i medici attualmente è previsto il precariato fino ai 35/40 anni, e poi pensare di costruire una famiglia”.

Ylenia Mariani

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