Tivoli – Partecipate: bagarre in consiglio e l’opposizione lascia l’aula

Una seduta consiliare particolarmente animata quella che si è svolta oggi a Palazzo San Bernardino. Ed era del tutto prevedibile visto che “sul piatto” c’era, tra gli altri punti in programma, la deliberazione della mozione sugli indirizzi per la gestione delle partecipate che, facendo riferimento all’ex articolo 38 dello statuto comunale, da delega al Sindaco. Passa con i soli voti della maggioranza e di Carlo Caldironi del Movimento cinque stelle, che ottiene l’approvazione di due emendamenti relativi ad Acque Albule (verifica totale delle voci di bilancio dei precedenti esercizi per evitare il riproporsi di situazioni considerate “anomale”, la verifica della legittimazione degli atti avviati senza l’approvazione del consiglio comunale per la costruzione e la messa in vendita degli appartamenti di piazza Catullo a Tivoli Terme). Mentre il resto dell’opposizione lascia i banchi dell’aula.

La delibera

La mozione deliberata oggi, si applica a tutte e tre le partecipate del comune: Asa Spa (100% comunale), Terme Acque Albule (60%), Tivoli Forma (100%). Su tutte viene menzionata l’intenzione ad approvare l’ultimo bilancio di esercizio, con una serie di riserve elencate per ciascuna partecipata, e che in comune hanno il contenimento e la razionalizzazione dei costi interni ed esterni, ottimizzazione del personale, nuovo piano industriale e offerta commerciale. Su Acque Albule, tra i vari punti, viene disposta la ripartizione dell’utile d’esercizio pari a circa 49mila euro, sul contenimento dei costi si fa riferimento anche “alla reale necessità di mantenere la posizione contrattuale del direttore generale”, ovvero Stefano Terranova, predisposizione di un bilancio di previsione da sottoporre all’assemblea dei soci per i prossimi esercizi, sanare la situazione tributaria circa la tassa di soggiorno mai versata al Comune dal 2012. Sull’Asa Spa, nomina dell’amministratore unico al posto dell’attuale Cda, rinegoziazione dei costi di servizio aumentati di circa il 40%, miglioramento della percentuale di raccolta differenziata, avviare il porta a porta prendendo in esame il progetto già depositato. A Tivoli Forma, visti i buchi di bilancio degli utlimi due esercizi, salva solo grazie all’intervento della Provincia, viene chiesto di rispondere dell’incremento del personale, di avviare un nuovo piano industriale e programmazione formativa per evitare perdite d’esercizio legata ai mancati fordi regionali elargiti per ogni allievo, autosufficienza finanziaria.

    

La bagarre in aula

La contestazione nasce dal fatto che l’ex articolo 38 non veniva utilizzato da diverso tempo, e che la discussione sulla gestione comunale delle partecipate doveva essere condiviso anticipatamente con la minoranza, “visto che si tratta di delibera del consiglio comunale”, tuonano dai banchi dell’opposizione. Invece, si sono trovati sul “tavolo” una mozione lunga nove pagine che hanno potuto esaminare solo durante l’ora di sospensione della seduta. “Con questo atteggiamento dimostrate che a voi non interessa nulla del nostro contributo”, dice Alessandro Petrini, capogruppo di Forza Italia. “La delibera è insostenibile, estremamente generica – interviene Raffaele Rossi di Tivoli Futura – votiamo anche il bilancio?”. “Così viene meno la possibilità per la minoranza di svolgere il proprio mandato di opposizione, ovvero quello di poter fare gli emendamenti”, conclude invece Manuela Chioccia del Partito democratico. E come promesso, al momento del voto i consiglieri di minoranza lasciano l’aula. “Sono deluso dall’atteggiamento davvero irresponsabile dei consiglieri, soprattutto del Pd che dimostra così di non avere nulla da dire sulla questione”, dice Proietti.

 

Veronica Altimari

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