LE INTERVISTE “Fede o Sete”, parola ai protagonisti

Gianluigi Miani, come nasce l’idea del libro Fede o Sete?
“Le guerre del nostro tempo sono nate molto tempo indietro dai nostri peggiori conflitti interiori”: il libro, una raccolta di poesie, esordisce così. Ho scelto la poesia perché per me essa è un linguaggio espressivo devastante e profondo al tempo stesso. Attraverso essa ho cercato di dare un volto e una lettura, alla realtà contemporanea, partendo innanzitutto da una ricerca interiore personale: mettendo così in discussione quelli che sono i miei luoghi comuni e le mie certezze acquisite, sono arrivato alla conclusione che probabilmente alla radice dei comportamenti peggiori dell’essere umano non vi risiede nient’altro che tutta una serie di conflitti interiori, molti dei quali irrisolti. Così, partendo da me stesso, ho provato a dare un nome ed un volto a quei conflitti umani che forse ci accomunano e ci rendono tutti più simili, esprimendoli attraverso la poesia. Il tema del libro è quindi la scelta di campo, che scaturisce dal dubbio, dal conflitto interiore”. 

 

Quale messaggio vuole essere trasmesso?
miani 2“Questo libro non è un pamphlet antireligioso ma un atto di coraggio, un inno al dubbio ed alla ricerca, un’esortazione a compiere quei viaggi interiori che forse ci destabilizzano, al punto di rischiare a volte di non riconoscersi o non essere riconosciuti. Per Fede (già nel titolo probabilmente viene un po’ fuori il mio stile, che studia le varie dimensioni della parola, dandole talvolta significati che vanno oltre quelli d’uso comune) intendo quell’atto dell’abbandonarsi agli schemi precostituiti, per facilità o convenienza, nel quale non ci si fa domande e si sceglie di vivere facile, in un continuo non rischiare. Per Sete invece intendo la volontà di ognuno di voler scoprire la propria luce: molti ahimè la spengono, ma per fortuna alcuni invece la alimentano. E la scoperta della propria essenza, quando avviene, è per me la realizzazione massima, al di là di ogni rinuncia. E’ ciò che auguro a tutti. Il tema è quello della scelta quindi tra la fede, e la sete”.

 

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A chi è consigliata la lettura del libro?
“Consiglio questo libro innanzitutto ai ragazzi, ai giovani, a coloro che trovandosi dinanzi ad un bivio, rischiano di dimenticare di scegliere la strada che li condurrà a se stessi. Lo consiglio inoltre, senza presunzioni, a chi si sente perso e smarrito, ai dubbiosi, agli indecisi”.

 

Fede o Sete presto sbarcherà in Francia, in un clima di tensione dopo gli attentati di Parigi. Che accoglienza si aspetta?
miani 4“Fede o Sete è un progetto ampio. La sfida francese è coadiuvata dal lavoro della filosofa e traduttrice Gilda Massari, che ringrazio anticipatamente per il suo supporto. In realtà il progetto di esportare in Francia il libro è a lungo termine, ma spero che avvenga il prima possibile: non so che accoglienza mi aspetterà, ma io continuerò comunque ad essere me stesso anche in quella occasione”.

 

Ci parli dell’evento show
“L’evento è uno show di poesia multimediale dinamica, che prende il titolo dall’omonimo libro, e nasce dalla volontà di guardare oltre lo steccato e di sperimentare: superando le classiche presentazioni auto referenziate e statiche, l’idea di sostituirle con spettacoli innovativi mi eccita l’anima, molto più di quanto possano fare le prime. Il lettore, il pubblico vanno stimolati e incuriositi, e poi sperimentare mi diverte moltissimo. Bisogna dare nuova vita alla poesia, che sebbene non sia morta, rischia di diventarlo. La colpa non è dei lettori, ma forse di certi addetti ai lavori che pensano soltanto a lucrare, e di certi autori troppo presi dal proprio egocentrismo e narcisismo”.

 

Perché è stata scelta L’Aquila come location?
“E’ stata una scelta condivisa con il team di lavoro, e proposta dalla cantautrice e pianista Greta Cipriani, d’origine abruzzese, che ha già collaborato all’evento in una delle tappe romane. Poi in realtà, la scelta si è confermata il giorno in cui, su invito di Greta ho visitato la città dell’Aquila: ho capito che c’era altro, sono rimasto veramente colpito dal “concerto di gru” che sovrasta il centro storico della città, e soprattutto dalla voglia di vivere e rinascere che ho visto impressa nei volti degli aquilani. Questa esperienza mi sta insegnando molto. Nulla succede per caso”.

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Sul palco vedremo uno spettacolo di poesia multimediale dinamica, di cosa si tratta?
“L’evento sarà uno spettacolo itinerante, che si svolgerà nelle diverse sale situate all’interno di Palazzetto dei Nobili, edificio storico gentilmente messoci a disposizione per il 16 aprile 2016 dal Comune e dall’Assessorato alla Cultura dell’Aquila. Sarà un viaggio nella parola, che vedrà la fusione tra la poesia e le diverse forme d’arte, dalla musica elettronica alle arti visive, dal pianoforte alla danza, grazie ad artisti professionisti quali Paolo Gatti (soud artist), Greta Cipriani (pianista), Giuseppe Rellini (visual artist), Pasquale Cicirelli (coordinatore e produttore dell’evento)”.

 

Pasquale Cicirelli, in quanto organizzatore dell’evento, puoi dirci che reazioni ci sono state di critica e pubblico?
“Fino ad oggi posso dirle che le reazioni sono state davvero entusiasmanti; quindi speriamo di fare sempre meglio. Questo progetto si è evoluto davvero velocemente, nel giro di un anno ci siamo esibiti già diverse volte, collaborando con artisti di talento ed esperienza come Ombretta Piccirilli, Giorgia Botticelli, Max Amato, Roberto Sole, Antonio Balsamo, il Centro Multidisciplinare delle Arti, e tanti altri, arrivando a fare sold out a teatro, ed esibendoci in luoghi particolari e affascinanti come locali storici e gallerie d’arte della Capitale. Il calore e l’apprezzamento del pubblico ci ha incoraggiati molto a proseguire in questa direzione. E stavolta l’impresa si fa più intensa: esportare lo spettacolo in una città che ci conosce poco, sarà una sfida impegnativa. Ma confido molto nelle associazioni aquilane che ci stanno supportando e sostenendo, Il Demiurgo e la prestigiosa Barattelli. Ricordo infine che lo show “Fede o Sete” è legato alla pubblicazione dell’omonimo libro (con la casa editrice Ermes); spero che la critica sia positiva come lo fu con la silloge La Scalata”.

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