Progettato come campo di addestramento per piloti durante prima guerra mondiale, negli anni immediatamente successivi, laeroporto, oltre a svolgere le proprie funzioni militari è divenuto anche il luogo di incontro di tecnici e ingegneri con listituzione della Direzione Sperimentale dellAviazione, un ente che contribuì allo sviluppo degli studi aeronautici anche tramite linstallazione, al Barbieri, di impianti come gallerie del vento, idrodinamiche e ultrasoniche, allavanguardia nazionale in quel periodo storico. Il bombardamento del 1944 distrusse parte delle strutture dellaeroporto che, progressivamente, cominciò a perdere il suo ruolo strategico pur rimanendo, tuttora, sede di vari enti dellAeronautica militare.
La presenza dellaeroporto Barbieri e il citato contributo allo sviluppo degli studi aeronautici ha favorito listituzione di un gemellaggio, nel 1988, tra Guidonia e la città americana di Cape Canaveral. Questultima si trova in Florida ed è nota per essere la sede del JF Kennedy Space Center, ovvero il centro spaziale della Nasa, lagenzia governativa che sovrintende alle missioni e ai programmi di sviluppo aerospaziali degli Stati Uniti dAmerica. Da Cape Canaveral sono stati lanciati nello spazio satelliti, sonde e razzi nonché avviate missioni tra le più celebri della storia come lApollo 11, il cui equipaggio toccò il suolo lunare il 20 luglio 1969.
Benchè non paragonabile per importanza alla storia attuale del polo aerospaziale americano, tornando indietro nel tempo, Guidonia è stata a tutti gli effetti la Cape Canaveral italiana nella prima metà del secolo scorso. Emblematico quanto scrive a riguardo, il giornalista Bruno Montanari in un articolo del 1940, pubblicato sulla Gazzetta del Popolo: A Guidonia tutto procede come nei castelli incantati; tocchi un bottone e una lampada si accende da qualche parte, un organismo comincia a ruotare, uno strumento entra in funzione. Qui la magia dell’uomo fabbrica il vento, crea la stratosfera, rapisce all’etere i misteri della propagazione delle onde, misura l’incommensurabile, pesa l’imponderabile”.
Alessandro Bianchi