Lo sapevate dell’origine di Ponte Lucano e del Mausoleo dei Plauzi

L’attuale zona di Ponte Lucano era nota già agli autori latini. In particolare, il geografo Strabone la descrive come l’area nella quale l’Aniene diviene navigabile dopo il tratto tortuoso del fiume da Tibur alla vallata sottostante. Consapevole dell’importanza strategica del luogo come possibile via di comunicazione tra Roma e il territorio circostante , il diumviro Marco Plauzio Lucano (da cui come si evince chiaramente deriva l’attuale toponimo dell’area) curò la realizzazione di un ponte a cinque arcate (tre delle quali ormai interrate), il cui scopo era quello di  favorire una migliore percorribilità dell’antica via Tiburtina e facilitare il transito delle merci che dovevano raggiungere il vicino porto fluviale dell’Aniene. Da quest’ultimo venivano imbarcati per Roma, legname, prodotti agricoli e soprattutto ingenti quantità di lapis tiburtinus (travertino), materia prima principale per la costruzione di alcuni dei monumenti (Colosseo in primis) che ancora oggi rendono la città rinomata in tutto il mondo.

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Marco Plauzio Lucano apparteneva alla gens romana dei Plauzi. Dei suoi membri, Marco Plauzio Silvano fu il primo a ottenere la carica di console, peraltro in concomitanza con il futuro imperatore Augusto. Per i successi militari ottenuti in Illiria, Dalmazia e Pannonia (attuale Ungheria), Plauzio Silvano ottenne gli Ornamenta Triumphalia, il massimo riconoscimento per un’autorità civico dell’epoca.

Forte del prestigio acquisito, agli inizi del I secolo d.c, Plauzio Silvano decise di far costruire per sé e la sua famiglia, un Mausoleo nei pressi di Ponte Lucano. Nel sepolcro, di struttura circolare, costruito con il travertino e verosimilmente ricoperto da una cupola sferica poi andata perduta  vennero tumulati lo stesso console, il figlio Plautio Pulcro e Plauzio Silvano Eliano, quest’ultimo eletto per due volte console nel 45 e nel 74 d.c. La gesta della famiglia dei Plauzi sono descritte sommariamente in un’iscrizione sulla facciata del monumento.

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Successivamente all’epoca romana, il Mausoleo dei Plauzi fu utilizzato come torre difensiva e possibile avamposto strategico e di avvistamento. Proprio per questo, nel 1465, papa Paolo II vi fece costruire, sulla sommità, una merlatura che reca lo stemma della sua casata.

Il resto è storia di oggi con la torre spesso invasa dalla acque pompate dalle idrovore azionate durante gli allagamenti nell’area attigua e ridotta a un costante e ingiustificabile degrado, denunciato da cittadini, associazioni e stampa nazionale.

 Alessandro Bianchi

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