Lo sapevate del … Pozzo dei Misteri di Cineto Romano

Notevole anche l’impatto che desta l’elevatissimo ponte autostradale visibile già nei pressi del bivio sulla Tiburtina dal quale poi si raggiunge il paese. Un viadotto imponente, tra i più alti dell’intera autostrada, oggetto di molteplici scatti fotografici.
Oltre a castelli, chiese e scorci naturalistici, Cineto è noto anche per la presenza del Pozzo delle Morge, altresì noto come Pozzo dei Misteri. Si tratta di una cavità sulla cui origine non vi è ancora certezza. A chi ne attribuisce la formazione alla natura carsica del suolo si contrappone la leggenda stando alla quale il misterioso pozzo sia stato scavato in epoca romana come possibile rimedio per contrastare l’eventuale verificarsi di terremoti in quanto possibile sfiato per l’energia liberata nel sottosuolo.
Il dibattito sulle origini ignote del Pozzo delle Morge nulla toglie alla sua caratteristica principale, la profondità. Pare infatti che la cavità si estenda verso il basso addirittura per oltre mezzo chilometro, distanza che lo rende lo scavo più profondo d’Italia con notevole distacco rispetto a luoghi simili. Emblematica la testimonianza dell’umanista e storico Biondo da Forlì (1392-1463) il quale ha scritto che “gettandovi un sasso di due libbre di peso, non perveniva a toccare il fondo se non dopo aver con pausa recitato due esametri di Virgilio.”
La profondità del Pozzo è poi direttamente collegata agli usi documentati e a ulteriori leggende che ammantano questa cavità tanto affascinante quanto misteriosa.  Stando ad alcune cronaca del XVI secolo, nel Pozzo delle Morge venivano gettati coloro che si macchiavano di delitti capitali dopo essere stati condannati alla pena capitale. Collegata, invece, alle credenze tipiche del Medioevo il fatto che la profondità del pozzo giungesse fino al centro della terra e qui vivessero animali e creature mostruose in una sorta di riproposizione, in chiave popolare, dell’Inferno della Divina Commedia di Dante.
Tra storia e leggenda, il Pozzo delle Morge è ancora lì, a Cineto, immerso nel verde e chiuso da una pesante inferriata che, tuttavia, non distoglie i visitatori dal desiderio quasi irrefrenabile di gettarvi un sasso e lasciarlo cadere verso l’ignoto senza sentire il rumore dell’impatto.

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Alessandro Bianchi

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