Lo sapevate che le Acque Sulfuree di Bagni di Tivoli sono state apprezzate da importanti personaggi storici

Le cinque attuali piscine sono alimentate naturalmente con acque sulfuree a ricambio continuo che sgorgano da due sorgenti situate nei pressi delle Terme, le quali si presentano con l’aspetto di due laghi denominati Regina e Colonnelle.  E’ una specie di miracolo naturale quello che si ripete ininterrottamente ogni giorno in quelle sorgenti da dove fuoriesce acqua calda a una temperatura costante di circa 23 gradi la cui composizione carbonica-sulfurea apporta non pochi vantaggi nella cura di patologie infiammatorie, dermatologiche, urinarie e dell’apparato respiratorio.

Tali proprietà benefiche delle cosiddette acque albule (nome di derivazione latina dall’aggettivo albus che significa bianco/cristallino) erano conosciute e apprezzate anche nei secoli scorsi da personaggi storici di rinomata fama. In epoca romana, ad esempio, le acque sulfuree di Bagni rappresentavano quasi un vezzo per alcuni imperatori. Cesare Augusto, oltre ad utilizzarle per la cura della gotta, commissionò all’architetto Marco Vispanio Agrippa la costruzione di un edificio termale nei pressi delle sorgenti, della quale oggi non resta che qualche rudere. Nerone, non certo estranee alle stravaganze, in una delle sue tante residenze romane si fece realizzare terme ad uso privato alimentate proprio con le acque albule, inevitabilmente apprezzate anche dall’Imperatore Adriano il quale le utilizzò per alimentare le piscine dell’omonima Villa situata a pochi chilometri di distanza, divenuta a duemila anni di distanza dalla sua costruzione patrimonio dell’umanità  Unesco.

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Oltre all’imperatore Adriano, l’altro grande personaggio storico legato a Tivoli e alla sua storia è stato il cardinale Ippolito d’Este, colui che fece edificare la Villa che, al pari di quella di Adriana, richiama turisti da ogni parte d’Italia e dall’estero. Di salute cagionevole, il cardinale Ippolito, al pari dei predecessori romani, si servì delle acque sulfuree per i benefici che apportavano al benessere dell’organismo. Proprio la presenze di quelle acque terapeutiche fu uno dei motivi che spinsero Ippolito ad ottenere il titolo governatore della città di Tivoli, incarico che gli permise di apportare una serie di migliorie come l’incanalamento delle acque dalla sorgenti, la costruzione dei Bagni Vecchi all’interno della Villa e indagini geologiche sulla profondità dei laghi Regina e Colonnelle.

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Da Ippolito d’Este dovettero trascorrere oltre 300 anni prima che nel 1860, papa Pio IX, sulla base di studi accademico-scientifici precedenti che certificavano ulteriormente le proprietà benefiche delle acque albule, approvò la costruzione di uno stabilimento nei pressi delle sorgenti sulfuree, prodromo dell’attuale complesso termale che si estende su una superficie totale di 6500 metri quadrati, decisamente più ampia di quella avallata dal pontefice.

 Alessandro Bianchi

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