TIVOLI – Taglia i cavi della ferrovia, condannato a due anni per tentato furto

Ma quello che secondo la Procura era un furto consumato da punire con una condanna a quattro anni di reclusione si è tramutato in un semplice tentativo di latrocinio da sanzionare con una pena dimezzata.
E’ l’esito del processo tenutosi stamane, venerdì 13 luglio, davanti al giudice del Tribunale di Tivoli Elisabetta Mazza che ha condannato a due anni di reclusione per tentato furto Vladimir Fodoca, un 25enne romeno con due sentenze passate in giudicato per lo stesso reato.
Il ragazzo è uno specialista nel furto dei cavi dell’alta tensione, uno di quelli capaci di tagliare senza prendere la scossa e fuggire con la refurtiva lasciando in panne la tratta ferroviaria. Fodoca era stato arrestato verso le 22,30 di martedì 26 giugno all’imbocco della Galleria Sud Colli Albani della Tav Roma-Napoli, in località Carchitti nel Comune di Palestrina. A beccarlo sul fatto erano stati gli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polfer Lazio diretto da Marco Napoli, intervenuti non appena era partito l’allarme.
I ladri avevano tranciato i cavi dell’alimentazione del servizio antincendio e aerazione di una galleria lunga sei chilometri, in poche parole qualora un treno fosse restato in panne i passeggeri avrebbero corso il rischio di restare soffocati in caso di rogo.
Fatto sta che i poliziotti hanno beccato Vladimir Fodoca quando già 150 metri di cavi – per un totale di circa 360 chilogrammi di rame – era stati trascinati al di fuori della sede ferroviaria: il 25enne era stato bloccato, mentre due “compari” erano riusciti a dileguarsi nelle campagne favoriti dal buio della notte.
Un fatto grave, secondo il pubblico ministero Gabriele Iuzzolino che nella sua requisitoria in aula stamane ha evidenziato il danno materiale arrecato a Rete Ferroviaria Italiana e quello indiretto sulla collettività proprio per il pericolo cagionato dal furto. Un furto aggravato dal fatto che Fodoca negli ultimi 5 anni era già stato arrestato per lo stesso reato e anche in sede di incidente probatorio ha candidamente ammesso al giudice di aver tranciato i cavi della ferrovia per campare.
Insomma, secondo il pubblico ministero Iuzzolino c’erano tutti i presupposti per chiedere e ottenere una condanna a quattro anni di reclusione e a una multa di duemila euro.
Il giudice Elisabetta Mazza gliene ha rifilati la metà, condividendo la tesi dell’avvocato difensore del ladro: è stato soltanto un tentativo.

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