ECCO IL VIDEO Il Liceo Scientifico Giuseppe Peano di Monterotondo, sabato 11 gennaio, ha celebrato il suo Open Day, un appuntamento annuale durante il quale si accolgono i futuri studenti dell’Istituto I ragazzi che usciranno dalle scuole medie al termine di quest’anno scolastico, accompagnati dai famigliari, sono stati ricevuti nell’Aula Magna del Peano dal Corpo Insegnante e dalla D.S. (Dirigente Scolastica), Professoressa Roberta Moncado. La D.S. che a noi piace chiamare con il vecchio titolo di Preside, ha dato il via ai lavori, di seguito sono intervenuti le insegnanti e gli insegnanti che hanno spiegato le peculiarità del proprio settore riguardo alle materie d’insegnamento. Accanto alle dottrine classiche, un importante spazio è stato dato a due progetti di alternanza–scuola lavoro che riguardano le materie scientifiche e l’informazione.
Fiore all’occhiello della cerimonia di quest’anno è stata un’intervista realizzata dai giovani giornalisti del TGPEANO a un ex studente dell’Istituto, il professor Raimondo Betti che ha conquistato la sua maturità scientifica nell’Istituto di Monterotondo negli anni ‘80. Su questa intervista è stato realizzato un servizio televisivo proiettato agli ospiti sullo schermo dell’Aula Magna. In sala era presente l’anziana madre dello scienziato. Il professor Betti si è laureato nell’Università di Roma “La Sapienza” in Ingegneria Civile nel 1985 e nel 1991, dopo un passaggio nell’università della California del Sud, dove ha conseguito il Dottorato di Ricerca, è entrato nel dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica presso la Columbia University di New York. Attualmente è Presidente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica nella stessa Università, il settore che controlla il monitoraggio dei ponti di New York e della Metropolitana della Grande Mela. Una studentessa-giornalista del TGPEANO, dopo aver ricordato il periodo del Liceo con l’Ingegnere, gli ha rivolto la domanda che tutti aspettavano: “Professore, se il ponte Morandi, crollato a Genova, fosse stato monitorato con più attenzione quella tragedia si sarebbe potuta evitare?” Lo scienziato, dopo aver riflettuto qualche secondo, ha risposto “Onestamente non so darti una risposta certa, da un punto di vista generale il monitoraggio è essenziale per il controllo delle infrastrutture del futuro, il problema è però legato all’età. I ponti di New York sono lì da molti anni, il ponte di Brooklyn è stato aperto al traffico nel 1883 e per le strutture di quell’età c’è sempre bisogno di manutenzione. Il ponte Morandi di Genova era piuttosto giovane, ma era fatto con materiale diverso, con una tecnica innovativa che stava venendo fuori in quel periodo, ci vuole tempo per capire come realizzare i monitoraggi, si devono fare continue manutenzioni e cure preventive. Naturalmente tutto questo ha un costo che a volte è insostenibile e si fanno altre scelte. Non credo che si possa arrivare a prevenire ogni collasso, ci potranno essere dei casi in cui il monitoraggio è inefficiente, la mia risposta è che il monitoraggio aiuta parecchio, nel particolare, sul ponte Morandi, non ho però informazioni a sufficienza per darti una risposta definitiva”. Il Professor Betti ha lasciato quindi la sala seguito da un lungo applauso a testimonianza del rispetto per il lavoro svolto all’estero in rappresentanza del nostro Paese e per la sua veloce e meravigliosa carriera. Persone come Raimondo Betti ci regalano lustro, orgoglio e rispetto nel mondo. (di Giorgio Moscatelli)