GUIDONIA – Covid-19, badante in quarantena da un mese: “Hanno smarrito i miei tamponi”

Appello di Mihaela Tudor, ex assistente di Silvana Salucci di Setteville, uccisa dal Coronavirus il primo aprile. “L’Asl mi ha convocata domani per il quarto test. Da un mese neppure il mio compagno può uscire per lavoro: siamo allo stremo”

Un mese fa ha scoperto di essere positiva al Coronavirus e da allora è chiusa in casa insieme alla figlia e al compagno.
E’ una quarantena senza fine quella di Mihaela Tudor, 46enne romena da 13 in Italia per pochi giorni badante in prova di Silvana Salucci, l’83enne di Setteville spirata mercoledì primo aprile, al policlinico di Tor Vergata. L’anziana è stata la seconda vittima del Covid-19 e con lei è rimasta contagiata la sorella maggiore convivente e la stessa Mihaela.
La badante ha contattato la redazione di Tiburno per denunciare una storia surreale fatta di tre tamponi di verifica tutti e tre smarriti e di una quarantena che impedisce al compagno operaio edile di tornare a lavoro e portare i soldi a casa.
L’incubo per Mihaela è iniziata il 2 aprile, quando ha appreso dal sito Tiburno.Tv del decesso di Silvana Salucci. “Mi è caduto il mondo addosso – confessa al telefono la badante – perché nel frattempo anche io ho cominciato ad accusare i sintomi, tosse secca, mal di gola e dolori muscolari”.
Il 4 aprile la corsa all’ospedale “Sandro Pertini” di Roma e la certezza: positiva al Covid-19. “Da allora – racconta – io, mia figlia e il mio compagno siamo in quarantena, fino a quando la Asl mi ha contattata convocandomi ad effettuare il tampone di controllo presso il Centro Agroalimentare di Setteville”.
Stando al suo racconto, il 20 aprile le è stato effettuato il primo test, il 22 aprile il secondo mentre il 25 la donna era stata convocata per il terzo insieme alla figlia e al compagno sottoposti al primo esame.
Ieri sera, venerdì primo maggio, la quarta telefonata dalla Asl.
“La dottoressa si è detta dispiaciuta e quasi non aveva il coraggio di dirmelo – rivela Mihaela Tudor – “Signora, capisco la sua rabbia ma dovete tornare – mi ha detto – I vostri tamponi erano stati inviati al San Giovanni e sono stati smarriti, non si sa che fine abbiano fatto. Ma i prossimi li trasmetteremo allo Spallanzani e andrà tutto bene”.
Ma io non mi fido più. Ho anche scritto al sindaco Michel Barbet attraverso un messaggio privato alla sua pagina Facebook spiegando il problema, ha visualizzato ma non mi ha risposto”.
Al dramma del contagio si unisce la paura per il futuro. “Siamo carcerati da un mese – si sfoga Mihaela – Io ora sono disoccupata, mentre il mio compagno non può andare a lavorare al cantiere: nel frattempo ci sono affitto e bollette da pagare, la spesa da fare, e senza soldi è difficile tirare avanti. Il sindaco non mi risponde, la Asl non mi risponde, devo stare zitta e aspettare? Non so più che fare perché non vedo la luce in fondo al tunnel”.

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