MONTEROTONDO – Uccise il padre, assolta la figlia

La Procura archivia le indagini a carico della figlia diciannovenne di Lorenzo Sciacquatori

Archiviato il caso della morte di Lorenzo Sciacquatori. Lo ha comunicato Francesco Menditto, a Capo della Procura di Tivoli che indagava sulla morte dell’uomo avvenuta per mano della figlia il 19 maggio dello scorso anno.

I fatti analizzati dalla Procura di Tivoli sono avvenuti come disperato epilogo della ripetuta violenza da questi inflitta a tutte le donne della sua famiglia da anni.

Già a due giorni dall’uccisione del padre, il Procuratore Capo Francesco Menditto aveva comunicato alla stampa che la giovane era tornata subito in stato di libertà. L’ipotesi di reato di omicidio volontario aggravato, dal legame di parentela, era stato derubricato subito in eccesso colposo di legittima difesa.

 

IL FATTO

Lorenzo Sciacquatori era tornato a casa intorno alle 5 del mattino di domenica 19 maggio. In evidente stato di alterazione alcoolica, ha preso a calci la porta dell’appartamento per farsi aprire. Una volta all’interno, ha iniziato ad aggredire la compagna e convivente di 42 anni, l’anziana madre in gravi condizioni di salute e la figlia che aveva tentato di proteggere la nonna. È arrivata anche la sorella dell’uomo che ha assistito alle aggressioni del fratello e ne è diventata ben presto anche destinataria.

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Le quattro donne intorno alle 8 del mattino hanno provato a fuggire dal contesto violento per il timore di subire più gravi conseguenze, tanto che la figlia è uscita di casa in pigiama. Appena varcato il portone e giunte in strada, sono state raggiunte dall’ex pugile 41enne che si è avvicinato con fare minaccioso e, strattonando violentemente l’anziana madre, ha gridato a tutte di fare rientro a casa. Di fronte alla loro opposizione ha reagito aggredendo fisicamente la compagna con colpi al volto, tanto da far sì che la figlia ne prendesse le difese. È iniziata una colluttazione, ma il colpo letale è stato quello inflitto con un coltello che aveva portato con sé la figlia. Si tratta di un coltello “a farfalla” che era appartenuto a suo nonno che era un grande collezionista. Per paura se lo era portato dietro, infilandolo nel tascone del pigiama. Glielo ha appoggiato sotto l’orecchio destro, quasi a minacciarlo di non muoversi più e di finirla con l’aggressione, ma l’ex pugile ha continuato a muoversi a scatti proprio come faceva sul ring.

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