GUIDONIA – Palpeggiamenti in strada, carcere per il molestatore pakistano

Oggi pomeriggio il 29enne rifugiato ha fatto scena muta in Tribunale. Il giudice convalida l’arresto e lo spedisce a Rebibbia: pericolo di fuga e di recidiva

In Tribunale ha fatto scena muta e anche per questo è finito in cella. Così oggi pomeriggio, venerdì 29 maggio, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli Chiara Miraglia ha applicato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Quasim M. il 29enne pakistano arrestato mercoledì sera dai carabinieri forestali in collaborazione coi vigili urbani di Guidonia Montecelio per violenza sessuale.

Secondo una prima sommaria ricostruzione, il fatto si è consumato poco dopo le 19 in via Colleferro nei pressi del Centro d’accoglienza dove da circa cinque anni l’uomo è ospite come rifugiato politico. La vittima è una donna di 41 anni, anche lei residente a Guidonia Centro, che camminava lungo il marciapiede quando è stata adocchiata dal 29enne e palpeggiata con una mano sulle natiche.

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A quel punto la donna ha telefonato al compagno mentre alcuni passanti hanno bloccato l’extracomunitario in viale Roma, all’altezza del supermercato EmmePiù. Schiaffi, pugni, calci e urla, che hanno attirato l’attenzione di alcuni vigili urbani presenti presso il vicino Comando della Polizia municipale. Gli agenti insieme ai carabinieri forestali hanno sottratto il pakistano al linciaggio e dopo la denuncia della donna lo hanno arrestato.

Arresto convalidato dal Giudice Miraglia che ha rigettato la richiesta di domiciliari e di obbligo di firma formulata dall’avvocato d’ufficio, disponendo la reclusione a Rebibbia nonostante il pakistano sia incensurato in quanto sussistono il pericolo di fuga e di recidiva.

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