Il primo consiglio comunale dopo la pandemia Covid 19 disertato dalla intera opposizione

Il primo consiglio comunale dopo la pandemia Covid 19 disertato dalla intera opposizione che pure lo chiedeva da marzo scorso mentre Barbet e la sua maggioranza M5S temono il confronto pubblico dopo il niente amministrativo di questi 90 giorni di lockdown. Molto avrebbe  da dire l’Opposizione.

L’intera opposizione di Guidonia Montecelio conferma la non partecipazione al consiglio comunale del 1 giugno che il sindaco Barbet ( M5S) intende svolgere esclusivamente in video conferenza. De Dominicis Paola, Di Silvio Emanuele, Guglielmo Simone, Lomuscio Mario, Valeri Mario, De Santis Mauro, Proietti Mauro, Cacioni Arianna e Ammaturo Giovanna, sono i consiglieri che fin da marzo scorso a più riprese hanno chiesto una convocazione anche straordinaria del Consiglio ma oggi si oppongono perché: “ Tutti noi vogliamo il ritorno alla normalità,  e le Istituzioni sono le prime a  ribadire la consuetudine che l’organo collegiale venga convocato. Già da marzo scorso lo chiedevamo a gran voce .

Il sindaco Barbet insieme al M5S preferisce le videoconferenze per evitare il contatto con la città le sue aspettative le speranze e le necessarie comunicazioni. L’opposizione, regolamento alla mano ha chiesto da settimane che il Consiglio si possa svolgere in adunanza pubblica nel rispetto delle distanze in diversi siti oltre alla sede naturale: Piazza Matteotti  davanti al palazzo comunale, presso il teatro Comunale, nella palestra di via Po’ ma la risposta è sempre stata: videoconferenza. L’opposizione all’unisono concordano che come i dipendenti di un supermercato,Sanità,  Poste, Banche, Cotral, Atac e mille altre categorie che mai hanno smesso di lavorare si possa espletare.

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I cittadini hanno bisogno di essere rassicurati anche con piccoli gesti come una adunanza del consiglio comunale della seconda città d’Italia non capoluogo di provincia possa rappresentare. C’è bisogno di una accelerazione decisiva per scrollarsi di dosso i timori e foibe accumulate. Occorrono spinte propositive e positive: basta con il silenzio della vita istituzionale e politica e basta con le tossine della paura. Mente mezzo mondo si trova a che fare i conti con le disastrose conseguenze economiche e le tragiche ricadute sociali dopo 90 giorni di lokdown , Barbet e la sua maggioranza grillina pretende la continuazione di un regime totalitario temperato dall’inefficienza e dal ridicolo.

Sorpresi viepiù che dall’opposizione si levi alto il dissenso contro il più losco dei crimini: il reato di vivere. Un reato che a differenza della pandemia Covid- 19 ha infettato le arterie di tutti. Tutto è proibito in nome della salute e della prevenzione. Mentre si guazza nell’emergenza più estrema Barbet trasforma l’istituzione delegata dai cittadini in un asilo infantile riducendo la democrazia, il lavoro e la vita stessa in video in un collegamento alla grande fratello.

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Un regime comico totalitario esatta antitesi della democrazia e la sovranità del popolo pure dettata dalla Carta Costituzionale. Una metamorfosi da isteria pandemica quando è ineludibile un confronto politico serio e argomentato anche alla luce della implosione del Movimento 5 Stelle a Guidonia Montecelio con l’abbandono di altri  due consiglieri oltre ad una totale disinformazione ed attività amministrativa in 90  giorni e la mancanza di ascolto delle diverse proposte argomentate.

Una decisione, quella della videoconferenza, che rappresenta una disperata difesa del decisionismo nichilista e confortato da un bottone che può accendere , ma soprattutto spegnere, i microfoni del buonsenso della adeguata ricostruzione della libertà e dare voce agli eletti dei cittadini. Con la fiducia crollata di questa amministrazione è giusto surrogare con richiami al dovere, morale e trasparenza. L’intera opposizione costituita dal PD, FDI , LEGA, LISTE CIVICHE  e GRUPPO MISTO, intende battersi per l’intera cittadinanza non per pochi eletti che hanno avuto un appannaggio economico anche in tempi di pandemia mentre migliaia di cittadini sono tuttora in attesa. Ora basta, la politica deve riappropriarsi del ruolo e delle scelte.”

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