PALOMBARA SABINA – Rems, anche il Tar nega l’ora d’aria nel parcheggio

I giudici amministrativi respingono il ricorso della Asl e condividono la tesi di Alessandro Palombi: la rete non garantisce sicurezza. Per lo stesso motivo la Roma 5 ha presentato un esposto e la Procura lo indaga per abuso d’ufficio

E’ alta un metro e mezzo e senza cordolo, ribattezzata la “rete da pollaio”. E’ quella installata nel parcheggio dell’ospedale “Santissimo Salvatore” trasformato dall’Asl Roma 5 in area verde per l’ora d’aria dei 40 detenuti nelle Rems, le due Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza dove sono detenuti pazienti psichiatrici.

Una trasformazione vietata per ragioni di sicurezza dal sindaco di Palombara Sabina Alessandro Palombi (Fratelli d’Italia) con l’ordinanza numero 36 firmata il 5 maggio scorso contro la quale l’Azienda Sanitaria si era appellata al Tar del Lazio per l’annullamento dopo la sospensione.

Ieri, mercoledì 5 agosto, i giudici della Sezione Seconda Bis, con l’ordinanza 5088 hanno respinto la richiesta di sospensione in quanto “il Comune – scrive il Tar – ha richiesto all’Asl di innalzare il livello di sicurezza dei lavori di delimitazione dell’area esterna alla struttura che ospita i pazienti Rems e che pertanto tale area potrebbe essere utilzzata una volta dotata delle idonee misure di sicurezza, assunte dall’Asl medesima, atte a garantire l’incolumità pubblica”.

LA VICENDA INIZIATA DURANTE IL LOCK DOWN

L’ “incidente diplomatico” tra Azienda sanitaria e amministrazione comunale di Palombara Sabina si era consumato in piena emergenza Covid-19 e aveva visto anche l’intervento su Tiburno.Tv del Garante dei Detenuti del Lazio Stefano Anastasìa. Giovedì 25 marzo la Polizia locale notò gli operai di una ditta appaltatrice nel parcheggio e l’indomani il dirigente all’Urbanistica Paolo Caracciolò ordinò la sospensione dei lavori perché non autorizzati.

Scartabellando, i vigili urbani scoprirono che si trattava di un intervento di perimetrazione disposto dal Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Giuseppe Nicolò per far fronte alle misure di straordinaria limitazione imposte ai detenuti delle Rems nell’ottica di prevenzione del contagio da Coronavirus.

Detenuti che non possono più godere del cosidetto “Giardino d’inverno”, lo spazio al terzo piano dell’ospedale senza pareti dedicato alla ricreazione. Gli stessi vigili notarono che il 13 marzo la Asl aveva presentato tramite Cila (Comunicazione inizio lavori asseverata) un progetto per costruire un muro di recinzione alto un metro e mezzo con relativa palazzita. Opere che necessitano anche dei pareri del Genio civile trattandosi di zona sottoposta a vincolo idrogeologico. Mentre il 26 marzo – all’indomani del blitz della Polizia locale – i tecnici della Roma 5 avevano protocollato una Scia, Segnalazione certificata di inizio attività. Insomma, un titolo utile per la “rete da pollaio” installata.

DAI LAVORI ABUSIVI AGLI ASSEMBRAMENTI, BLITZ DEI VIGILI URBANI

A quel punto il sindaco Palombi in una nota al Direttore generale dell’Asl Giorgio Giulio Santonocito evidenziando il proprio dovere di garantire la tutela dell’incolumità pubblica suggerì al manager di realizzare la recinzione prevista nel progetto presentato tramite Cila dopo aver ottenuto il parere del Genio Civile. Avvenne però che ad aprile la Polizia locale per un paio di volte sorprese detenuti e personale assembrati nel cortile dell’ospedale e subito dopo scattò l’ordinanza di divieto dell’ora d’aria almeno fino a quando non fosse stata realizzata una recinzione sicura.

L’ESPOSTO DELL’ASL E LA PROCURA INDAGA IL SINDACO: ABUSO D’UFFICIO

La stessa ordinanza del 5 maggio al sindaco Alessandro Palombi è costato un avviso di conclusione delle indagini preliminari per abuso d’ufficio notificatogli a luglio. Il fascicolo era stato aperto a seguito all’esposto presentato dal Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl Roma 5 Giuseppe Nicolò.

Secondo il Procuratore Francesco Menditto, il sindaco Palombi ha utilizzato il suo potere non tanto per richiedere alla Asl di dotare la struttura di miglioramenti interni ed esterni bensì per realizzare intenzionali vessazioni e procurare ingiusti danni, ostacolando le attività delle Rems e dei pazienti. Il primo cittadino, candidato alle elezioni del 20 settembre prossimo, avrebbe violato l’articolo 97 della Costituzione perché le motivazioni a sostegno dell’ordinanza sarebbero non solo carenti ma addirittura strumentali.

Sempre secondo il Procuratore il sindaco avrebbe violato pure l’articolo 54 del Decreto Legislativo 267/2000 per aver adottato il provvedimento contingibile e urgente, quando in realtà la presenza dei pazienti non comportava alcun pericolo per la sicurezza urbana e l’incolumità pubblica.

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