Dramma in formato NaDef

Nessuna buona notizia dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata dal Consiglio dei Ministri

La NaDef, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, approvata dal Consiglio dei ministri, non porta buoni numeri. A cominciare dalla caduta del Prodotto interno lordo: 9%, che però, attenzione, potrebbe andare giù al 10,5%, se la pandemia dovesse continuare e peggiorare. All’orizzonte, anche un mezzo milione di occupati in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un debito che sfiora il 158% e la consapevolezza che nei primi otto mesi di quest’anno le entrate sono diminuite di oltre 16,5 miliardi.

Eppure, i rappresentanti del Governo, con in testa il ministro dell’economia e delle finanze Gualtieri, sono convinti che, grazie alla manovra di fine mese, ci sarà un incisivo rimbalzo del Pil che risalirà del 6% secondo le stime. E senza che ci siano di mezzo i soldi dall’Europa che si sa, in caso di arrivo, dovrebbero ossigenare le nostre finanze solo a partire dalla seconda metà del 2021, quando probabilmente ci sarà il taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente, per chi ha un reddito fino a 40mila euro. Sembra poi che bisognerà aspettare il 2022 per la riforma Irpef e che via via cambierà il rapporto Pil/spesa per le pensioni che era sotto il 15% nel 2010, pari a 17,1% quest’anno, al 16,5% nel 2044. Un dato, questo, che pesa per via del nostro andamento demografico, sempre più gente pensionata, sempre meno persone occupate.

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