Se crollano i consumi Crolla l’Italia

Con un lockdown sotto Natale si brucerebbero almeno 25 miliardi di euro: lo dice il rapporto congiunto Censis-Confimprese

Si chiama “Il valore sociale dei consumi” ed è il titolo del rapporto Censis-Confimprese realizzato con il contributo di Ceetrus,

I numeri, ma c’era da aspettarselo, sono pessimi per distribuzione  e commercio. Con questa ulteriore fase di semi-quarantena (e lo spauracchio di un lockdown completo), i clienti sono in diminuzione rapida, più o meno come successo addirittura tra marzo e aprile. Quello che però emerge a tinte davvero fosche è lo spegnersi della volontà di resistere. E il Natale è considerato come “ultima spiaggia”, poi il buio.

Secondo il report, metà degli italiani è disposta ad accettare i rigori della seconda ondata dell’epidemia solo perché è convinta che a breve arriverà una cura risolutiva o il vaccino. Lo dicono soprattutto i residenti del Sud (il 55,2% rispetto alla media nazionale del 49,7%) e gli anziani (il 53,5%).

Per gli analisti, con chiusure generalizzate ci sarebbe un crollo dei consumi per un valore complessivo di 229 miliardi di euro (-19,5% in termini reali in un anno), a cui sarebbe associato un catastrofico taglio potenziale di posti di lavoro, fino a 5 milioni di unità. Le previsioni sottolineano di come ci sarà una sforbiciata di 95 miliardi di euro di fatturato (-21,6%), con la perdita di oltre 700mila posti di lavoro. Nel periodo delle feste natalizie, eventuali restrizioni come a primavera, farebbero sfumare 25 miliardi di euro di spesa delle famiglie. Un tracollo da scongiurare. Anche se la realtà è che, pur nella consapevolezza che sostenere i consumi (dal valore pari al 60% del Pil) sia fondamentale per la ripresa economica, soprattutto chi ha redditi bassi, in questo clima di paura e incertezza, almeno nel 60,3% dei casi, li taglia per risparmiare soldi da utilizzare in caso di necessità.

 

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