È stimata a 15 miliardi, considerando tutti i canali distributivi fisici, la perdita dei negozi dei centri commerciali, come sottolineato dall’appello inviato al presidente del Consiglio Conte da ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC, Confcommercio, Confimprese e Federdistribuzione: la preoccupazione riguarda ancora il rischio di ulteriori restrizioni (in attesa, a giorni, del prossimo Dpcm) che colpirebbero pesantemente un comparto già messo in ginocchio dalle chiusure forzate degli ultimi mesi e in particolare nei mesi cruciali dello shopping natalizio.
A temere una ulteriore disfatta sono in particolare gli esercenti dei beni ‘non essenziali’, che comunque sottolineano l’inadeguatezza delle misure di sostegno varate a ristoro delle perdite subite e dei costi sopportati a causa della pandemia.
Il discorso è uno: se prolungate anche a tutto gennaio, queste disposizioni “non permetterebbe agli operatori di beneficiare pienamente del periodo dei saldi invernali, con conseguente ulteriore aggravamento delle loro già precarie condizioni economiche”. Le associazioni di cui sopra rimarcano poi che, grazie all’adozione di stringenti protocolli, nei centri commerciali, dalla fine del primo lockdown il 18 maggio scorso, non si sono verificati casi di focolai