Pasqua

La Pasqua non ferma la crisi degli imprenditori

Le giornate festive di Pasqua non sono un momento esattamente lieve per gli imprenditori incastrati da una crisi dalle dimensioni sempre più allarmanti, come evidenzia il report della Camera di Commercio di Roma. Gli allarmi di Fipe e Coldiretti

I giorni festivi di Pasqua non alleviano la crisi che attanaglia gli imprenditori: dopo un durissimo 2020, è difficile pensare che il 2021 andrà meglio. La Camera di Commercio ha presentato i dati del suo report per i primi tre mesi di quest’anno e dà alcune conferme di un trend non certo positivo. Per il 47,7% delle imprese intervistate (di Roma e provincia) la riduzione di fatturato nel 2020 ha superato il 30%. Le altre hanno registrato una diminuzione variabile fino al 30% e il 20,9% ha visto invece il fatturato stabile o in aumento. Il 29,3% delle aziende dichiara di essere in una situazione di vulnerabilità e di aver proseguito l’attività solo grazie alle misure di sostegno messe in campo, mentre un altro 31,4% pensa che ci siano concreti rischi di chiusura dell’azienda nel 2021. Quasi due imprese su tre pensano che non siano necessari cambiamenti aziendali e che il ritorno alla normalità dipenderà solo dalla fine dell’emergenza sanitaria. Una parte importante di imprese sta invece potenziando i canali di vendita digitali, la formazione del personale e la personalizzazione dei prodotti.

50 milioni di perdite per i locali chiusi a Pasqua

Rimane il flusso negativo per i locali chiusi per Pasqua e Pasquetta zone rosse e in alcuni comparti produttivi. La Fipe Confcommercio ad esempio prevede una perdita di 50 milioni per bar e ristoranti, la cifra guadagnata nell’ultima Pasqua “vera”, senza Covid, quella del 2019. Ma i dati negativi sono molti di più, si aggirano sui 600 milioni negli ultimi tre mesi, secondo l’associazione dei pubblici esercizi. E quello che è perso, per Pasqua e non, non si recupera. Anche la Coldiretti parla di numeri se non azzerati, quasi, perché la chiusura pasquale, nel Lazio, non permetterà di guadagnare i 250 milioni previsti in queste festività, non solo con le serrande abbassate dei ristoranti ma anche per lo stop di attività negli agriturismi, meta privilegiata nella nostra regione in tali occasioni. Evidenziato anche il crollo delle vendite di agnelli, al di là di considerazioni morali: il consumo di questa carne è diminuito del 35% nel 2020 rispetto al 2019, e dovrebbe raggiungere il 45% in questa Pasqua.

 

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