Il giallo della sedia mancante

Difficile trovare nella Storia un incidente diplomatico di questo livello

Si minimizzerà come una semplice gaffe dettata da disattenzione. Ma non è così. Non può esserlo. In altre circostanze Erdogan si era incontrato con le rappresentanze europee ed era chiaro che il protocollo prevedeva un’interlocuzione a tre: lui, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la stessa Ursula von der Leyen.
E non si può liquidare nemmeno come sessismo. Sebbene gravissimo, sarebbe una lettura riduttiva.
L’offesa è stata fatta all’Europa tutta. Nessuno si senta escluso, nessuno se la rida come si fa quando la gaffe è di un altro o è rivolta ad un altro.
Nell’Età della Comunicazione nessun dettaglio rimane inosservato. Nel 2016 in Cina, lo stesso vertice tra Unione Europea e il governo di Ankara prevedeva un incontro a tre. Era sufficiente ripetere la stessa procedura. Ma in quel tempo al posto di Ursula c’era Junker. Il paese ospitante era la Cina.
Notevole l’imperturbabilità di Van der Leyen che non si è peritata dello sgarbo ed ha informato il suo scortese ospite sul motivo per cui era lì. Un velo pietoso anche su comportamento di Charles Michel che si è seduto accettando la situazione di fatto. Nella logica della diplomazia un atteggiamento diverso avrebbe mostrato ostilità facendo naufragare la missione diplomatica che era quella di ripensare al rapporto con la Turchia che sta nella Nato. Tutti sanno che la loro azione è fondamentale per fermare la migrazione dai Balcani. Stessa missione che lui dovrebbe programmare per la Libia dove il suo esercito è presente come una delle tre forze occupanti. Probabilmente Erdogan ha fornito una risposta chiara mostrando di infischiandosene dei problemi europei che ad ogni buon conto rafforzano le sue posizioni di forza.
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