In dirittura d’arrivo il Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, da spedire in Europa

Si disegnano in modo sempre più stringente le linee del Pnrr il piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo presenterà alle Camere e poi alla Commissione Europea

Sono poco più di 300 le pagine della bozza del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo di Mario Draghi sta mettendo a punto dopo incontri vari tra i diversi soggetti politici e sociali. Le linee sono delineate e probabilmente a metà settimana prossima ci sarà il voto sui progetti del piano da parte delle Camere. Quindi, l’invio alla Commissione Europea, come da programma, entro il 30 aprile.

Il Piano prevede 191,5 miliardi di euro (di cui 68,9 come trasferimenti e il resto come prestiti, e che salgono a 221,5 considerando pure le risorse di fondi complementari), da spartire in sei “missioni”, come la rivoluzione verde e transizione ecologica, in cima alla lista, con progetti per 57 miliardi. Seguono i quasi 43 miliardi per digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, mentre sono 25,3 i miliardi destinati a infrastrutture per la mobilità sostenibile, 31,9 per istruzione e ricerca, 19,1 per inclusione e coesione, 15,6 per la salute, all’ultimo posto (come succedeva già nella bozza del Pnrr targato Conte). Ma sono cifre, queste, che probabilmente avranno limature, in più o in meno: sicuro è che dovrebbero essere corposi contributi in grado di realizzare gli interventi per far crescere il Pil, tra il 2022 e il 2024, incrementando occupazione (attenzione massima a giovani e donne) e innovazione. Alle sei missioni che rappresentano lo zoccolo duro del Pnrr, il governo Draghi intende affiancare pure le riforme sulla giustizia e la pubblica amministrazione. Alla gestione del Piano saranno chiamati ministeri, enti locali e territoriali.

 

 

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