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Anche i sindaci protagonisti del PNRR

Arrivano i soldi! No. Arrivano le riforme ... Debbono.

C’è un ruolo anche per le amministrazioni locali. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede una responsabilità diretta degli amministratori locali che dovranno vigilare affinché ci sia gestione regolare, rispetto dei tempi, uso corretto delle risorse. È un intervento epocale. Vuole riparare i guasti del paese evidenziati con la crisi pandemica. Si prevedono investimenti per 222,1 miliardi di euro. Debbono essere realizzati a condizione stretta di approvare le riforme che avevano rallentato il ‘Non- sistema-italia’. Si prevedono, per tanto, riforme sulla pubblica amministrazione, sulla giustizia, sulla semplificazione normativa e della concorrenza. Nel complesso, il 27 per cento del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40 per cento agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10 per cento alla coesione sociale.
Ci sono sei missioni nei quali le amministrazioni locali dovranno essere vigili e propulsori di innovazione.
1) Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura, (49,2 miliardi) per promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura, piano di fornitura di banda ultra larga, connessioni veloci in tutto il paese;
2) Rivoluzione verde (68,6 miliardi). Economia circolare e gestione dei rifiuti, efficienza energetica di edifici privati e pubblici, fonti di energia rinnovabile, infrastrutture idriche per le perdite nelle reti per l’acqua potabile;
3) Infrastrutture e Mobilità sostenibile (31,4 miliardi). Trasporti ferroviari ad alta velocità. Si risparmierà 1 ora e 30 minuti sulla tratta Napoli-Bari, 1 ora e 20 minuti sulla tratta Roma-Pescara, e 1 ora sulla tratta Palermo-Catania. Investimenti anche per le linee ferroviarie regionali.
4) Istruzione e Ricerca (31,9 miliardi di euro). Rafforzare le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Si prevedono investimenti per asili nido, scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Creazione di 152mila posti per i bambini fino a 3 anni e 76mila per i bambini tra i 3 e i 6 anni.
5) Inclusione e Coesione (22,4 miliardi). Vanno sui servizi sociali e gli interventi per le vulnerabilità. Ma anche per interventi di rigenerazione urbana per le periferie delle città e sull’erogazione di servizi sanitari.
6) specifica sulla Salute (18,5 miliardi). Sono finalizzati a rafforzare i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure, potenziamento dell’assistenza domiciliare, aggiornamento della tecnologia in dotazione ai centri sanitari: telemedicina e assistenza remota, attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali.
Nel PNRR si prevede che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali.
Il ruolo degli enti territoriali ha una cifra come il resto. Vale 87 miliardi.
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