Ancora troppe incertezze. Gli spettacoli e la cultura sono a rischio nonostante i permessi

I Comuni e le associazioni non si sbilanciano sugli eventi

di Cinzia D’Agostino

Prima di tutto, da non dimenticare: lo stato di emergenza prosegue fino al 31 luglio. Quindi deve continuare da parte di tutti noi grande attenzione a mantenere le misure contenitive, tanto più in un settore come quello degli eventi in generale, teatri, sale da concerti e cinematografiche, tutti quei luoghi dove poter assistere a performance di vario tipo magari sotto un bel cielo stellato estivo.

In zona gialla infatti si è ritornati a vedere spettacoli sia all’interno sia all’esterno dei locali, con almeno un metro di distanza tra le persone. Inoltre, la capienza non può essere superiore al 50% di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non può comunque essere superiore a 1.000 per gli spettacoli all’aperto e a 500 per quelli in luoghi chiusi, per ogni singola sala.

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E le rappresentazioni all’aperto sono sospese se non è possibile mantenere tali linee guida. Se dal 15 maggio riaprono le piscine, se dal 1° giugno tocca alle palestre e si ricomincia con competizioni e eventi sportivi (ma la capienza non può essere superiore al 25% di quella massima autorizzata), per le fiere l’ok è previsto per il 15 giugno mentre dal 1° luglio tocca a convegni e congressi, centri termali e parchi tematici e di divertimento. E per le sagre che trovano nei mesi primaverili-estivi le loro stagioni di punta? In teoria il via libera pure potrebbe essere l’inizio di luglio ma non è così semplice. Tante di queste manifestazioni a carattere locale trovano spesso linfa economica dai Comuni di riferimento e non è detto che le varie amministrazioni, proprio per via del rischio assembramenti, diano il permesso.

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