L’8 maggio 1978 ebbe termine effettivamente la Prima Repubblica

La ricorrenza del rapimento e morte di Aldo Moro apre vecchie ferite mai cicatrizzate perché ancora non chiaro il quadro delle responsabilità e delle volontà che ne diressero la fine

Sul quotidiano IL Riformista si svolge una riflessione su quel giorno dopo il quale cambiò il quadro politico, attraverso il nuovo interrogativo su tutti gli attori che fecero parte di quella vicenda criminale. Se, da una parte, infatti, è chiaro che ‘il partito armato’ avesse un radicamento sociale e una forza organizzativa propria, restano poco chiare presenze organizzative militari nell’esecuzione di quei fatti efferati. La vicenda di Aldo Moro, allora, somiglia all’omicidio del commissario Calabresi e ad altri fatti di terrorismo di quei sanguinosi anni Settanta. Una vicenda resa ancora più attuale dalla richiesta di estradizione in Italia dei condannati Pietrostefani e Bompressi, ex militanti di Lotta Continua. 

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Una necessità di ricostruzione ben condivisibile che però non deve prevalere sull’attualizzazione dell’analisi che tocca nervi ancora scoperti nella vita dei nostri giorni. Riguarda cioè la conflittualità efferata presente nel nostro paese, che supplisce a una vera mancanza di ricambio alla guida politica.

Dovremo aspettare il 1994 perché si affermi in Italia una forma di alternanza e ciò sarà possibile con lo sdoganamento dell’Msi e lo smantellamento del Pci.

Ma anche questo non ci ha impedito di evitare che i conflitti tenessero una forma di intransigenza ideologica degna di quegli Anni di Piombo.

L’insegnamento di Aldo Moro – anche solo a titolo di occasione di approfondimento – consiste allora nella consapevolezza che anche laddove i solchi segnati dalle rispettive storie appaiono irrimediabilmente lontani e rivali, all’infinito c’è un origine che li contraddistingue. E questa può esser data dal tentativo del rimedio alla morte come condizione assegnata alla dimensione umana. Ed è nella piena consapevolezza di questa condizione come imminente che Aldo Moro scrive le pagine più toccanti che la nostra angusta storia repubblicana abbia mai prodotto.

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L’8 maggio deve promuovere l’avanzamento di queste riflessioni presenti nel libro a cura di Miguel Gotor, Lettere di Aldo Moro, edito da Einaudi.

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