PNRR, quanti posti di lavoro?

Le stime del nostro piano sono inferiori a quelle degli altri paesi. Perché?

Non si capisce bene se i nostri analisti abbiano maggiore capacità previsionale o se preferiscano volare basso per non creare false aspettative. Di certo l’immagine dell’Italia più realista e meno sensazionalistica nei programmi non convince. E allora perché il nostro piano prevede degli effetti sull’economia reale più modesta?

Secondo il programma presentato da Mario Draghi, infatti, tra sei anni il prodotto interno lordo sarà del 3,6% in più e la crescita dell’occupazione che ne conseguirà sarà di un aumento di 750mila unità.

Proprio l’Italia che ha preso più degli altri paesi dell’Unione del Next Generation (27,8%) con 221 miliardi e mezzo intende creare 3,9 posti di lavoro per ogni milione di euro. Un po’ pochino. Se ci solleviamo dalla sbornia opalescente dei grandi numeri delle risorse in predicato di arrivare, appare come una riscossione assai modesta per i benefici diretti che si attiveranno con la nuova forza lavoro.

Fatta la proporzione con il parametro del milione di euro ogni paese europeo dichiara aspettative più alte. Ad esempio la Francia con un milione conta di creare dodici posti. La Spagna, 11,5. La Grecia, 6,2 e la Germania 8,2.

C’è il fondato sospetto, quindi, che il tecnocrate Mario Draghi abbia pensato assai meglio a ripianare antichi sospesi del NON-sistema-italia piuttosto che al rilancio di un New Deal occupazionale. Sperando che questa sia solo una congettura e che saranno ben diversi gli esiti, c’è sempre però quel vecchio detto: “a pensar male si fa peccato ma difficilmente si sbaglia”.

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