Più sono ricco e meno pago

Nel gruppo dei neomiliardari le tasse sono praticamente inesistenti

Le dichiarazioni dei redditi degli uomini più facoltosi del pianeta fanno ridere (di rabbia)

Jeff Bezos, il re di Amazon con un reddito dichiarato di 4 miliardi e mezzo di dollari, paga un’aliquota dello 0,98% sulla crescita patrimoniale e questo è perfettamente legale.

Anche Michael Bloomberg, fondatore degli omonimi magazzini americani, pur dichiarando un patrimonio di 10 miliardi di bigliettoni verdi, con una crescita annuale di altri 22,5 miliardi, ha pagato tasse  pari solo all’1,30%

Stessa cosa anche  per il magnate Warren Buffet e per il visionario fondatore di Tesla Elon Musk: sono riusciti negli ultimi anni a versare quote fiscali bassissime rispetto all’aumento delle loro ricchezze.

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Negli Usa i ceti medi pagano aliquote sui redditi dichiarati tra il 14 ed il 37%. Un controsenso fiscale che riguarda anche il nostro Paese e sul quale dovremmo ragionare.

Proprio Warren Buffet, una anno fa, mise in crisi il sistema tributario con una domanda: “vi sembra giusto, chiese, che io paghi il 17% di tasse mentre la mia segretaria  supera il 30%”.

Una domanda legittima a cui rispondere (ma senza arrabbiarsi).

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