Davos

Il mondo virtuale a Davos e la disuguaglianza reale ovunque

Tutto in virtuale il World Economic Forum di Davos per parlare di temi economici mentre s’avanza un altro argomento: la disuguaglianza

 

Nessuno ha voluto rinunciare al World Economic Forum di Davos, la cittadina svizzera che ogni anno accoglie esperti a parlare di economia. Stavolta è tutto virtuale, per via del Covid, invitato speciale anche se non certo richiesto. Mentre la presidente della Bce Christine Lagarde sottolinea che questo sarà comunque l’anno della ripresa (se ne è sicura…) e il presidente della Cina Xi Jinping inveisce contro l’arroganza di alcuni paesi (vedi gli Usa) dicendosi convinto che per vincere la crisi bisogna andare avanti insieme e quindi eliminare certi ‘intoppi’, come le barriere doganali, raggiungendo una “competizione equa” (detto da lui fa un certo effetto), a Davos si è palesato un altro argomento: la disuguaglianza che sta colpendo il mondo in modo sempre più intenso e preoccupante.

All’apertura dell’incontro di Davos, esce infatti il Rapporto Oxfam, secondo il quale le mille persone più ricche del mondo hanno recuperato le loro risorse pre-Covid in 9 mesi, e alcuni le hanno decisamente accresciute, guadagnando qualcosa come 540 miliardi, una cifra sufficiente a pagare l’antidoto per tutti. Al contrario dei più poveri per i quali ci vorranno (forse) più di 10 anni per ritornare ai livelli di un globo non contagiato dalla pandemia. E l’aumento della povertà e della disuguaglianza economica sta avvenendo in quasi tutti i paesi in contemporanea. Un paradosso: un mondo più uguale nella sua disuguaglianza.

Inoltre, per la Confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, in Italia ci sarebbero ben 10 milioni di persone senza risparmi per affrontare la pandemia (o con valori al di sotto dei 400 euro), ma la loro situazione era così anche prima dell’emergenza sanitaria. La ricchezza di 36 miliardari italiani, con il coronavirus, è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro, più o meno circa 7.500 euro a testa per i 6 milioni di nostri concittadini che rientrano nella fascia del 10% di persone tra le più povere.

Sul tavolo degli interventi, dunque, a Davos spunta questa fotografia che mostra la distanza sempre più crescente tra ricchi (molto ricchi che a dicembre scorso avevano una ricchezza pari a quasi 12mila miliardi di dollari) e poveri. Del resto, se non si effettueranno azioni adeguate da parte di tutti i governi, le stime della Banca Mondiale non lasciano dubbi: entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone vivrà in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno.

 

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