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L’Italia che non cresce: il Pil aumenta solo del 3% (per il Fmi)

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ridimensiona il rimbalzo del Pil, da circa +5 a +3%

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), durante il World Economic Forum che si sta svolgendo virtualmente, fa qualche sconto all’Italia, ma non è assolutamente positivo: infatti ridimensiona al 3% il rimbalzo del Pil italiano per quest’anno. A ottobre invece la stima era stata del 5,2%, insomma due punti in meno rispetto alle previsioni, e addirittura meno di quanto ipotizzato dal Governo, ovvero il 6%. Il motivo? La ripresa del nostro paese è molto rallentata dal ritorno dell’emergenza negli ultimi mesi del 2020 e in questo primo spicchio di 2021. Secondo il Fmi in tutta la zona Euro l’economia sarà messa malissimo, ma l’Italia è decisamente quella che sta peggio ed è la più vulnerabile. La media europea è pari al 4,2%, la Gran Bretagna che sta affrontando pesantemente gli effetti del Covid, avrà un Pil pari a +4,5%, la Francia al 5,5%, la Germania al 3,5%.

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Nel resto del mondo, invece, nonostante il coronavirus, le condizioni stanno migliorando, visto che il Fmi alza le previsioni sul Pil a livello globale a +5,5%, contro il +5,2% che invece aveva indicato lo scorso ottobre. In ‘buona forma’ gli Usa (anche davanti alla devastazione della pandemia), con +5,1% e soprattutto la Cina con il +8,1% (che era +2,3% del 2020). Lo scenario, per il Fmi, pur rimanendo in una situazione di estrema incertezza, mostra gli elementi per una crescita piccola ma significativa (a parte l’Italia per cui sarà mini), con una contrazione minore di quanto supposto. La convinzione degli economisti del Fondo Mondiale Internazionale è che la crisi porterà a bruciare qualcosa come 22mila miliardi di dollari almeno fino al 2025, con il risultato di far sprofondare 90 milioni di persone in condizioni di ‘povertà estrema’. Come cercare di uscirne, limitando l’incertezza degli eventi comunque presente? Il Fmi risponde: fiducia nei vaccini, maggiore cooperazione internazionale, continuità nelle politiche adeguate a sostenere le disastrate condizioni delle nazioni.

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