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Crollo delle nascite: servirà l’assegno unico per i figli?

Le nascite sono al minimo storico, causa anche le difficoltà economiche e la convinzione che avere un figlio sia causa di impoverimento. L’assegno unico per i figli servirà a cambiare passo?

Un assegno per convincere possibili mamme e papà a fare figli, accantonando la convinzione che questi siano causa di impoverimento per la loro famiglia? Forse, anche perché nel nostro paese siamo ancora indietro rispetto a necessari provvedimenti di supporto ai genitori, come aiuti alla maternità, tassazioni eque per le famiglie con figli, maggiore attenzione alla conciliazione famiglia-lavoro. Ma c’è un’ulteriore considerazione: in Italia come in altri paesi dalle economie avanzate (una volta), il benessere spinge alla denatalità, perché, dicono gli esperti, la nostra società non sembra più centrata al formare una famiglia. Intanto, come appena segnalato dall’Istat,  nel 2020 ci sono stati soltanto 404mila nati (ovvero -3,8% in confronto all’anno precedente).

Un sondaggio dice che i ventenni immaginano il loro futuro senza bambini

Un recente sondaggio commissionato dalla Fondazione Donat Cattin all’Istituto demoscopico Noto Sondaggi in occasione del trentennale della morte dell’ex ministro democristiano, evidenzia come la maggior parte dei ragazzi tra 18-20 anni, oggetto dell’indagine, immagina il proprio futuro senza bambini. Il 31% stima che a 40 anni avrà un rapporto di coppia ma senza figli e un ulteriore 20% pensa che sarà single. Oltre il 60% parla di crisi delle relazioni stabili mentre il 37% ritiene i figli un ostacolo in quanto condizionano la vita. Sulla scelta di non diventare genitori pesa la carenza di lavoro (87%), seguita dall’assenza di politiche adeguate per la famiglia (69%). Quindi, ritorniamo alla domanda iniziale: servirà l’assegno unico per i figli proposto dal Governo Draghi?

Dal 1° luglio sarà valido l’assegno unico per i figli

Il provvedimento varato partirà dal prossimo primo luglio. L’assegno, pari a 250 euro con maggiorazione per i disabili (dal 30 al 50% in più), sarà riconosciuto a entrambi i genitori, metà per ciascuno, per tutti i figli a carico dal 7° mese di gravidanza fino ai 21 anni di età. In questo ultimo caso l’importo sarà ridotto, se i figli ancora studiano o sono impegnati in programmi di formazione, oppure svolgono il Servizio civile universale.

Come sarà modulato tale assegno? I dettagli si attendono nei prossimi giorni e probabilmente dipenderà dai redditi della famiglia, ma non dovrebbe essere inferiore ai 250 euro. Questo contributo di base sarà aumentato per i figli successivi al secondo e per le madri con meno di 21 anni, L’assegno si chiama “unico” perché riunirà tutti i vari contributi riconosciuti già oggi alle famiglie con figli: dagli assegni familiari per i lavoratori dipendenti alle detrazioni per i figli a carico fino al bonus bebè e alle maggiorazioni per famiglie numerose.

All’assegno avranno diritto anche i lavoratori autonomi e incapienti, mentre oggi gli assegni familiari spettano solo a lavoratori dipendenti e pensionati, e le detrazioni per i figli a carico di fatto escludono gli incapienti.

Per coprire il sostegno, ci dovrebbero essere 6 miliardi aggiuntivi rispetto ai circa 15 miliardi al momento destinati alle diverse agevolazioni per i genitori.

 

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