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E i lavoratori votano: niente sindacato dentro Amazon (in Usa però!)

Votano contro l’entrata del sindacato nello stabilimento di Bessemer in Alabama, Usa, i lavoratori Amazon, rinunciando alla loro rappresentanza sindacale

I 6mila lavoratori hanno votato contro una loro rappresentanza sindacale all’interno dello stabilimento Amazon di Bessemer, Alabama, Usa: sarebbe stata la prima volta di un sindacato dentro l’azienda di Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo. Il no al sindacato da parte dei lavoratori ha avuto il doppio di voti rispetto ai sì.

Una sonora batosta per un paese considerato modello di democrazia, in cui la sindacalizzazione sta via via scomparendo nelle fabbriche di ogni tipo: ricatti e coercizioni dei datori di lavoro ma anche sfiducia generalizzata nei confronti di chi non è più considerato rappresentativo dei diritti dei lavoratori, come il sindacato, appunto. Persino il presidente Biden ha lanciato una video-esortazione ai lavoratori, parlando di “orgoglio sindacale” e ammonendo le aziende a non mettere in forse i diritti dei lavoratori. Ma niente, il sindacato non passa le porte (almeno per il momento) di questo stabilimento Amazon. Anche se, senza l’incalzare delle proteste (che comunque ci sono), la tariffa oraria per i dipendenti non sarebbe arrivata agli attuali 15 dollari, il doppio del minimo salariale federale.

Una bella differenza con il “caso” italiano: il 22 marzo, lo ricorderete, sono stati in tanti a rispondere all’appello nazionale del sindacato (il tradizionale terzetto unitario, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, ma pure le rappresentanze dell’Usb), in un primo sciopero nazionale che ha davvero fatto notizia e ha i coinvolto oltre il 70% della forza lavoro, non solo delle sedi Amazon ma pure quella delle società appaltatrici del colosso americano, tutta la filiera che presiede all’arrivo dei pacchi a casa nostra, nell’ottica di una solidarietà di antica memoria. E il 15 aprile, per parlare della vicenda italiana, il ministro Orlando ha convocato i sindacati.

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