E finalmente si vede (o per meglio dire si intravede) la ripresa, con il Pil a +4,2% quest’anno e +4,4% il prossimo, un rialzo rispetto alle precedenti stime, con il debito pubblico nel 2021 che crescerà fino a toccare quota 159,8% in rapporto al Pil, per poi calare al 156,6% nel 2022: lo segnala la Commissione Europea nel suo tradizionale rapporto di primavera. Però c’è di più: il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni utilizza parole all’insegna dell’ottimismo che “prevale sull’incertezza”, tuttavia ancora presente. “Ma la ripresa non è più un miraggio: è in corso”, sostiene con forza nel considerare l’aumento del Pil italiano in linea con quello degli altri paesi europei (quindi non siamo più gli ultimi della classe, come successo in passato). Ovviamente, affinché la ripresa non sia una chimera, bisogna “rimboccarsi le maniche”, ha detto Gentiloni. E questo è possibile grazie ai forti stimoli legati in particolare alle risorse del Next Generation Eu, attraverso un intenso programma di progetti e riforme strutturali, pur ricordando che i primi “veri” soldi non arriveranno che a luglio e in autunno.
Da tenere conto tuttavia che, nonostante le positive parole e le previsioni ottimistiche di ripresa, le economie europee non torneranno ai livelli di pre-Covid che alla fine del 2022.
