APRILE

Prezzi al consumo in aumento già dallo scorso aprile

L’indice nazionale dei prezzi al consumo, il cosiddetto NIC, già ad aprile è in salita e crescono anche la spesa degli alimentari freschi. Lo dice l’Istat

L’Istituto Nazionale di Statistica segnala che i prezzi al consumo sono in aumento, già dallo scorso aprile. Si stima infatti che in questo mese l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (il cosiddetto Nic), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +0,8% di marzo). Come mai questo aumento? Gli esperti dell’Istat spiegano questa accelerazione tendenziale dell’inflazione dovuta essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +0,4% di marzo a +9,8% di questo aprile, a causa sia dei prezzi della componente regolamentata (che invertono la tendenza da -2,2% a +16,8%) sia di quelli della componente non regolamentata (che accelerano da +1,7% a +6,6%). Si tratta di una dinamica solo in parte compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +1,0% a -0,3%) e di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a -0,7%). Dunque, l’“inflazione di fondo”, in aprile, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici, decelera e porta entrambe a +0,3% (da +0,8% di marzo).

Entrando nel dettaglio. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente certo alla crescita dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+3,6%), ma anche a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4%), degli energetici non regolamentati e degli alimentari non lavorati (che toccano +1,0% per entrambi), solo in parte compensata dalla diminuzione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,2%). L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, dice ancora l’Istat, amplificano la loro flessione (da -0,1% a -0,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +0,7% a +1,0%). Per quanto riguarda abbigliamento e calzature, i cui consumi sono stati pesantemente affossati nel periodo Covid, c’è una flessione meno marcata su base annua(da-0,7% a -0,2%) per via dei saldi stagionali che si sono prolungati anche a marzo e dunque c’è stata una risalita in aprile.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.